"L'hanno rimandata a casa 3 volte dal PS con tachipirina, ma aveva un tumore al cervello"

Alessandra Taddei, una professoressa di 54 anni di Verbania, è morta il 20 agosto 2022, dopo un anno di cure contro il cancro. A denunciare quando è successo al Pronto Soccorso è stato il marito, nella speranza che i medici "Agiscano con meno leggerezza".

Per tre volte si era recata al PS, e per tre volte l’avevano rimandata a casa con la diagnosi di “Cefalea curabile con paracetamolo”, mentre invece era malata di tumore al cervello. È quanto successo a una professoressa di 54 anni di Verbania, Alessandra Taddei, morta il 20 agosto 2022, dopo un anno di cure contro il cancro.

A denunciare l’accaduto è stato il marito della donna, Francesco Costa, che su Repubblica ha deciso di raccontare tutto “Perché i medici agiscano con meno leggerezza”. L’uomo è profondamente “Deluso da questa sanità” e si chiede come farà a “Tornare in pronto soccorso, dove mi sono sentito umiliato oltre che non ascoltato”.

Sulle pagine del quotidiano, spiega nel dettaglio quanto accaduto tra l’estate e l’autunno del 2021, quando Alessandra Taddei si rivolse al PS di Verbania:

Mia moglie ha sempre sofferto di mal di testa, quella sera aveva dolori forti. Quella notte alle 3,07 andammo in pronto soccorso. Fu dimessa alle 4,44. Anamnesi: cefalea senz’aura, presente da anni e acutizzatasi questa notte. Prescrissero delle gocce e paracetamolo. La visita neurologica diceva ‘lucida e orientata’.

Stessa situazione anche le volte successive, ma nella terza, al momento delle dimissioni, Taddei chiamò i carabinieri, anche se poi spiega di non aver mai presentato denuncia. Infine, il 12 settembre 2021 la corsa al San Raffaele in ambulanza dove la donna venne accolta in codice arancione. “Le hanno fatto esami e Tac, alle 18 il medico mi ha spiegato che avevano trovato una massa voluminosa che premeva contro il cervello. Era il tumore”, racconta.

Seguono l’operazione e la radioterapia, ma in poco tempo il cancro era tornato. “Mi chiedo perché nessuno, vedendo che era un caso sospetto, non abbia mandato mia moglie a Domodossola o Novara dove c’è la neurologia”, ha sottolineato Taddei, spiegando che la moglie “Non si sarebbe salvata ma almeno non avrebbe sofferto”.

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