Amanda Zurkowski, che vive in Texas, ha raccontato in un saggio per The Meteor la sua tragica esperienza: la donna è quasi morta di setticemia dopo essere stata costretta a portare avanti una gravidanza con un feto morente più a lungo del necessario, a causa dei divieti di aborto stringenti dello Stato conservatore.

Zurkowski ha subito un’aborto spontaneo a 18 settimane di gravidanza, dopo aver affrontato 18 mesi di trattamenti per la fertilità per cercare di concepire un bambino con suo marito Josh Zurkowski. La donna, dopo una perdita di liquido, si è subito recata dal medico, che l’ha informata che la sua cervice non funzionava bene e si era dilatata troppo presto. L’aborto spontaneo sarebbe stato inevitabile.

È stato orribile“, racconta Zurkowski su The Meteor. “Sono crollata

Tuttavia, i medici non potevano fare nulla per rimuovere il feto non vitale, a causa del divieto di aborto in Texas, a meno che la vita della donna non fosse in pericolo. Zurkowski ha dichiarato che i medici le dissero che avrebbe dovuto ammalarsi abbastanza da permettere loro di intervenire, oppure abortire da sola il feto di 18 settimane.

Potevano essere giorni, o settimane. E sapere che avremmo dovuto convivere con questa situazione è stato invalidante“, ha raccontato Zurkowski. “Non ero in grado di funzionare. Non lavoravo, non mangiavo, non dormivo. Non mi restava che ammalarmi e quasi morire, oppure pregare che il cuore del mio bambino smettesse di battere, questo bambino che avevo desiderato e lavorato per avere per 18 mesi“.

Dato che la donna era costretta a portare in grembo il feto non vitale, era a rischio di infezione: dopo pochi giorni, infatti, si è ammalata di setticemia, una condizione potenzialmente letale, che si verifica quando un’infezione già presente scatena una reazione a catena in tutto il corpo. Senza un trattamento tempestivo, la setticemia può portare rapidamente a danni ai tessuti, insufficienza degli organi e morte.

Amanda Zurkowski è entrata in ospedale per partorire la figlia “febbricitante e debole“, ha dichiarato il marito Josh Zurkowski, in una videointervista per The Meteor.

Dopo il parto e l’infezione la donna è stata ricoverata in terapia intensiva dove ha lottato per la vita. “Ci sono voluti tre giorni a casa prima che mi ammalassi “abbastanza” da permettere al comitato etico del nostro ospedale di iniziare le cure mediche; tre giorni prima che la mia vita fosse considerata a rischio “abbastanza” da permettere l’inevitabile parto prematuro di mia figlia; tre giorni prima che i medici, le infermiere e gli altri operatori sanitari potessero fare il loro lavoro“, ha detto Zurkowski.

Amanda Zurkoswski continua ad avere problemi di salute: adesso deve farsi rimuovere chirurgicamente un accumulo di tessuto cicatriziale e non è chiaro se sarà mai in grado di portare avanti un’altra gravidanza.

Finché i divieti sull’aborto rimarranno in vigore, altre donne moriranno o dovranno affrontare traumi medici pericolosi che in molti casi, come quello di Zurkowski, le rendono permanentemente invalidate.

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