Sara Ventura, oggi 47enne, ha dedicato 20 anni della sua vita al tennis professionistico, uno sport e un percorso che le ha dato tanto ma che l’ha anche segnata dentro. Dopo anni la tennista ha deciso, infatti, di raccontare gli abusi e molestie subiti durante la sua carriera, e iniziati quando a soli 13 anni il coach tentava di entrare nel suo letto.

A volte, in trasferta, dividevo la camera con l’allenatore. Lo facevo per risparmiare, ma dovevo stare attenta che, di notte, andasse tutto bene”, spiega Ventura nell’intervista a Nina Verdelli per Vanity Fair, dove ha raccontato degli “Abusi di ogni tipo”, iniziati quando era solo una ragazzina.

“Con le altre tenniste, ragazze un po’ più grandi. Mi dicevano: eh sì, funziona così, ci siamo passate anche noi. Ho imparato a dormire con la racchetta vicino”, continua l’ex tennista, oggi personal trainer di successo con una sua palestra a Milano e un libro in uscita, A testa alta (DeAgostini). I rifiuti alle molestie, poi, si ripercuotevano sulla qualità delle partite, sui tornei e, inevitabilmente sulla sua carriera:

Diciamo che, se non eri accondiscendente, te la facevano pagare: potevano non convocarti in Nazionale, farti allenare sul cemento anche se stavi per gareggiare su terra, potevano anche non iscriverti ad alcuni tornei. (…) Ero brava: avevo il talento, il fisico, la tigna. Mi ero prefissata di arrivare tra le prime 100 al mondo entro i 30 anni. Non ce l’ho fatta, ho mollato tutto. Mai più toccato una racchetta. Ho impiegato anni di psicoanalisi per elaborare questo fallimento.

Ma denunciare tutto questo non era semplice: Sara Ventura aveva perso la madre, il padre era un uomo “Freddo, introverso, non avevamo grandi rapporti. (…) Ero sola. E non avevo neanche i mezzi economici per ribellarmi a quel sistema di ingiustizie e abusi”, inoltre parlare significava dire addio a un sogno:

Se parlavi, se uscivi dalla federazione, la tua carriera era finita. Tutti sapevano, nessuno diceva una parola. Le ragazze più fortunate, quelle con una famiglia alle spalle, a volte venivano prese e portate via. Io potevo contare solo su me stessa.

E per quanto riguarda un’altra tennista, Giulia Pairone, che poco tempo fa ha portato il suo ex coach in tribunale per molestie, Ventura aggiunge:

Questi problemi persisteranno finché in Italia non verrà sradicato il patriarcato.

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