"Scampato a Hitler, ucciso da Putin": è morto sotto le bombe Boris Romantschenko
Boris Romanchenko, sopravvissuto a quattro campi di concentramento nazisti, è morto sotto i bombardamenti russi a Kharkiv, nella sua casa.
Boris Romanchenko, sopravvissuto a quattro campi di concentramento nazisti, è morto sotto i bombardamenti russi a Kharkiv, nella sua casa.
Boris Romanchenko, 96 anni, è sopravvissuto a quattro campi di concentramento nazisti e ha passato la vita a occuparsi di memoria dell’Olocausto: la nipote ha dichiarato alla stampa che Romanchenko è morto nella sua casa di Kharkiv, sotto le bombe russe.
“Sopravvissuto a Hitler, ucciso da Putin“: così ha commentato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, alla notizia della morte di Romanchenko.
Boris Romanchenko era noto tra chi si occupava di memoria dell’Olocausto: infatti, era il vice presidente della fondazione dei memoriali dei campi di concentramento di Buchenwald e Mittelbau-Dora. Annunciando su Twitter la notizia della sua morte, la fondazione ha scritto che Romanchenko aveva “lavorato intensamente per la memoria dei crimini nazisti“.
Як ми дізналися від його близьких, наш друг Борис Романченко, який пережив нацистські табори #Buchenwald, #Peenemünde, #Dora і #BergenBelsen, загинув минулої п'ятниці в результаті вибуху бомби в своєму будинку в Харкові. Ми глибоко засмучений. pic.twitter.com/AmFbSwP9vf
— Stift. Gedenkstätten Buchenwald und Mittelbau-Dora (@Buchenwald_Dora) March 21, 2022
Romanchenko, nato in Ucraina (a Bondari, vicino Sumy) nel 1926, non era ebreo, come ha spiegato Miriam Moskovitz, moglie del rabbino di Kharkiv Moshe Moskovitz, che ha specificato che Romanchenko non era registrato nella comunità ebraica della città. Tuttavia, Romanchenko è stato internato ancora 16enne dai nazisti nell’ambito della generale repressione della popolazione ucraina durante l’occupazione cominciata nel 1941.
L’uomo è stato imprigionato Dortmund, in Germania, nel 1942, dove è stato assegnato ai lavori forzati nei sotterranei. Romanchenko ha cercato di scappare, ma una volta catturato i nazisti lo hanno poi deportato in un altro campo di concentramento nazista, a Buchenwald.
Dopo essere stato assegnato a Peenemünde, un centro militare tedesco in cui i prigionieri venivano impegnati nella costruzione di armi, Romanchenko è stato mandato in altri due campi di concentramento nazisti, quello di Mittelbau-Dora e quello di Bergen-Belsen.
Sopravvissuto all’Olocausto Romanchenko ha vissuto il resto della sua vita impegnandosi a ricordare i crimini nazisti, partecipando spesso a cerimonie pubbliche dell’Olocausto. Nel 2012 ha pronunciato il Giuramento di Buchenwald, un discorso pubblico scritto dai primi sopravvissuti del campo e recitato in varie lingue durante le cerimonie.
La fondazione dei memoriali dei campi di concentramento di Buchenwald e Mittelbau-Dora, di cui Romanchenko era vice presidente, ha creato una rete di aiuti per gli ucraini che hanno subito le persecuzioni naziste. Secondo The Blue Card, organizzazione no profit con sede in USA che si occupa di fornire aiuti ai sopravvissuti dell’Olocausto, in Ucraina ci sono ancora 10mila persone sopravvissute bisognose di aiuto economico.
Secondo gli studiosi del National WWII Museum di New Orleans, l’Ucraina è stata uno dei primi luoghi in cui iniziarono le persecuzioni naziste contro gli ebrei.
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