A partire dal 1° aprile 2024 termina lo smart working agevolato. Quel tipo di misura era stata introdotta durante il Covid e permetteva di lavorare da casa ai dipendenti del settore privato, che rientravano in due categorie: “fragili” o con figli minori di 14 anni. Nel loro caso non era necessario ottenere l’ok da parte dell’azienda, oltre a non avere il rischio di andare incontro a demansionamenti o riduzioni dello stipendio.

Pur essendo da tempo concluse le norme restrittive che erano state introdotte nel pieno della pandemia, erano in tanti ad avere mantenuto le abitudini apprese in quel periodo e a continuare ad avvantaggiarsene.

Solo nel 2023, infatti, sono stati 3,585 i milioni di lavoratori che hanno scelto di lavorare da remoto, in leggera crescita rispetto ai 3,570 milioni del 2022, ma ben il 541% in più rispetto al pre-Covid.  Secondo le stime riportate da Tgcom24, nel 2024 si potrebbe arrivare a 3,65 milioni di smart worker in Italia, come rilevava l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano.

A partire da oggi si torna così agli accordi individuali. I datori di lavoro non avranno più la possibilità di accedere in modo semplificato alla possibilità di stabilire lo smart working per i dipendenti. L’accordo individuale dovrà quindi essere stipulato tra azienda e lavoratore e dovrà contenere le indicazioni in caso di alternanza tra il posto di lavoro e i momenti in cui questo sarà svolto da casa. È inoltre necessario che ogni società renda noti al dipendente quali siano gli strumenti da utilizzare per prestare servizio da remoto, comprendenti anche le modalità di controllo.

Con le nuove regole ad avere la priorità spetta a lavoratori e lavoratrici con figli fino a 12 anni di età, senza alcun limite di età per chi ha figli portatori di handicap, lavoratori con disabilità grave o lavoratori caregiver.

Ogni datore di lavoro sarà tenuto a comunicare entro 5 giorni massimi dall’inizio della prestazione l’accordo tramite il portale Servizi Lavoro secondo la procedura standard. Chi non dovesse farlo può andare incontro a una sanzione pecuniaria da un minimo di 100 a un massimo di 500 euro per lavoratore.

Non ci sono invece cambiamenti per i lavoratori della pubblica amministrazione, per loro l’agevolazione non era infatti più attiva da dicembre 2023. In quel periodo era stata comunque emessa una circolare in cui si invitavano gli imprenditori a favorire la possibilità di lavoro agile per i dipendenti che sono più “esposti a situazioni di rischio per la salute”.

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