Alla vigilia dell’interrogatorio di garanzia di Matteo Di Pietro, 20 anni, che attualmente si trova ai domiciliari per omicidio stradale e lesioni, nuovi dettagli, emersi nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip Angela Gerardi, fanno luce sugli attimi precedenti l’incidente che ha ucciso il piccolo Manuel Proietti, 5 anni, a Casal Palocco, tra Roma e Ostia.

Secondo il giudice, come riporta la stampa, Matteo Di Pietro, leader del gruppo di YouTuber The Borderline, ha noleggiato la Lamborghini con l’unico “ed evidente” fine di catturare l’attenzione di giovani utenti e impressionarli con la guida spericolata di una supercarper aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza”.

Questo coincide con quanto detto dagli altri passeggeri e componenti dei The Borderline, all’interno del suv, Vito Loiacono, Simone Dutti, Marco Ciaffaroni e Gaia Nota, che hanno dichiarato di aver detto a Di Pietro “più volte di ridurre la velocità”, senza essere stati ascoltati.

I vigili urbani hanno ricostruito gli spostamenti del Suv con il sistema gps e l’ausilio delle telecamere stradali, stabilendo che al momento di imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15.38 “il Suv si fermava. Poi riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi i 124 km/h immediatamente prima dell’impatto”.

L’assenza di tracce di frenata conferma che la decelerazione improvvisa è stata la conseguenza dell’avvistamento di un’auto nel punto in cui è avvenuto l’incidente. Poco prima dell’impatto, inoltre, la Lamborghini era sfrecciata a circa 145 km all’ora. Una velocità che ha reso impossibile a Di Pietro frenare in tempo quando ha visto la Smart su cui il piccolo Manuel viaggiava con la madre e la sorellina.

La madre di Manuel aveva inserito la freccia prima di svoltare, una manovra confermata da un video e da un autista dell’Atac.

Matteo Di Pietro ora rischia dai 2 ai 7 anni di carcere. Ma secondo la gip c’è anche il rischio dell’inquinamento delle prove, “tenuto conto del mancato rinvenimento delle due telecamere utilizzate per la registrazione dei video che, per come riferito dagli amici, erano in funzione e al momento dell’incidente utilizzate da uno di loro“: questo sarà sicuramente uno dei punti focali dell’interrogatorio di garanzia che si svolgerà in giornata.

Per la giudice anche il rischio di reiterazione del reato, in quanto il lavoro di Di Pietro si basa su “challenge a bordo di autovetture, proponendo sfide analoghe, con il rischio di mettere in pericolo l’incolumità propria e degli altri utenti della strada”.

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