Belli i tempi in cui si tornava a casa da scuola e si telefonava subito al proprio amico del cuore, restando al telefono con lui o lei anche per ore parlando del più e del meno. Oggi la maggior parte dei giovani, invece, si telefona raramente. L’idea stessa di chiamare qualcuno o ricevere una chiamata sembra causare ansia in molti di loro.

Il telefono, che è stato messo appunto molti anni fa per permettere alle persone di comunicare tra loro a distanza, ora si è – per così dire – evoluto. In epoca contemporanea è diventato “tascabile” e al momento è utilizzato essenzialmente per trasmettere messaggi scritti, fotografie e accedere a Internet.

In una certa misura il cambiamento nell’uso del telefono è positivo per i giovani, perché i telefoni consentono loro di comunicare con persone in tutto il mondo più facilmente e rapidamente di prima. Nonostante questa sorta di connessione perpetua e facilità di comunicazione, mai come oggi sono alti gli indici di cattiva salute mentale tra i ragazzi e i giovani adulti, che soffrono spesso di ansia e depressione. Sintomi che sono venuti fuori in modo ancor più netto durante la pandemia.

Tutto questo sarebbe stato diverso se questi giovani avessero usato i loro telefoni per le chiamate dal vivo con i loro amici? Forse. Soprattutto considerando che una conversazione telefonica dal vivo può farci sentire bene e darci un senso di appagamento che continua anche dopo che abbiamo riagganciato.

La teoria della solitudine del neuroscienziato sociale John Cacioppo suggerisce che quando le persone si sentono sole, diventano più motivate a connettersi in modo significativo con gli altri come rimedio contro le emozioni, i pensieri e i sentimenti negativi associati alla solitudine.

Nel 2018 la BBC ha condotto il più grande studio sulla solitudine mai fatto e ha scoperto che il 40% dei giovani di età compresa tra 16 e 24 anni ha riferito di sentirsi solo. Potrebbe sembrare una scoperta allarmante, ma la teoria di Cacioppo suggerisce che potrebbe esserci una finestra di opportunità per alleviare la solitudine e tenerla a bada prima che diventi dannosa.

Il dialogo in tempo reale può anche aiutarci a superare le incomprensioni che spesso nascono dalle interazioni basate sui messaggi scritti. Oltre ad aiutare con la solitudine, le telefonate con un amico o un parente possono aiutare a regolare il nostro sistema nervoso e creare sentimenti di appartenenza.

Quando effettuiamo chiamate, raccogliamo segnali attraverso il ritmo della voce, il modo in cui si alza e si abbassa. Questo può aiutarci a sentirci al sicuro, crea fiducia e sentimenti caldi e accoglienti che possono supportare il sistema nervoso.

La fiducia aumenta attraverso una conversazione positiva mentre la chimica del nostro corpo cambia. Viene stimolata la produzione di ossitocina (l’ormone dell’amore) e vi è un calo del cortisolo (l’ormone dello stress primario).

Secondo lo psicologo americano Albert Mehrabian, quando una persona comunica a livello emotivo, come ad esempio durante una telefonata, il 38% della comunicazione è attribuito agli effetti della qualità vocale e il 7% al contenuto di ciò che viene detto.

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