Hey Girls, avremo ancora parecchi problemi, ma c’è un buona notizia: non abbiamo più bisogno del principe azzurro per salvarci. Almeno per molti film e molte serie tv, almeno quelle scritte e dirette da donne. Aveva iniziato a raccontarcelo Ragazze elettriche, tratto dal romanzo di Naomi Alderman e interrotto a causa dello sciopero prima degli sceneggiatori e poi degli attori (al momento non sembra prevista una seconda stagione), ce lo mostra ora un nuovo film (dopo lo splendido Una donna promettente di Emerald Fennnell): The Royal Hotel, di Kitty Green.

Sempre più spesso, cinema e letteratura mettono in scena donne che non sono più disposte a essere vittime di una mascolinità tossica: un machismo che nella migliore delle ipotesi ci dice “tu sei mia” e nella peggiore ci ammazza, che ci dà delle isteriche se non sorridiamo a complimenti non graditi, delle “fighe acide” (o secche) se denunciamo catcalling o stalking, delle prostitute, in tutte le sue infinte varianti (l’Enciclopedia Treccani prevede 39 parole o espressioni atte a tradurre il termine “prostituta”), se non abbassiamo la testa in silenzio.

All’insulto sessista e alla violenza, molto cinema e molta letteratura ancora rispondono con asce brandite a due mani, scariche elettriche ed evirazioni varie, poco disposte come sono, le nuove autrici, a considerare anche i maschi vittime del patriarcato e delle sue regole. Dopo più di due millenni di prevaricazioni, è abbastanza prevedibile che le reazioni siano altrettanto radicali. Per ora i numeri confermano che la gran parte delle vittime – del patriarcato e delle sue regole – che finiscono morte ammazzate sono donne.

The Royal Hotel
Julia Garner e Jessica Henwick in The Royal Hotel (Courtesy Press Office)

Scheda del film

Presentato in anteprima mondiale al 50esimo Telluride Film Festival, il 1 settembre 2023, e in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, The Royal Hotel esce nelle sale australiane il 23 novembre 2023. In Italia non c’è ancora una data di rilascio.

Il film è scritto (insieme a Oscar Redding) e diretto dall’autrice australiana Kitty Green, che si era fatta conoscere con il documentario Femen – L’Ucraina non è in vendita, del 2013, sul movimento femminista delle Femen, e con il film The Assistant, del 2019, sulle molestie sessuali sul luogo di lavoro.

In questo secondo lungometraggio di finzione, racconta del viaggio in Australia di due amiche americane, Hanna (Julie Garner, al secondo film con Green, dopo essere stata protagonista di The Assistant) e Liv (Jessica Henwick). Dopo aver finito i soldi, Liv convince Hanna ad accettare un lavoro temporaneo dietro il bar di un pub chiamato “The Royal Hotel” in una remota città mineraria del deserto australiano. Il proprietario del bar Billy (Hugo Weaving) e la gente del posto introducono le ragazze alla sfrenata cultura del bere australiana, ma presto le due si ritrovano intrappolate in una situazione che sfugge rapidamente al loro controllo.

The Royal Hotel
Julia Garner e Jessica Henwick in The Royal Hotel (Courtesy Press Office)

Perché vedere The Royal Hotel

A ispirare il film di Kitty Green è stato un documentario del 2016 di Pete Gleeson, Hotel Coolgardie, sulla storia di due giovani finlandesi intrappolate in una città mineraria australiana.

«Questo scontro di culture sembrava un modo affascinante per inserire una discussione più ampia sulla cultura del bere e sulle dinamiche di genere. È stato un punto di partenza ricco e dinamico per una sceneggiatura», ha scritto nelle note di regia.

Niente di didascalico, però, in questo interessante lungometraggio costruito come un thriller dove le aggressioni misogine crescono lentamente, dando vita a un ambiente maschilista tossico quanto più che credibile nelle diverse tipologie di uomini che la sceneggiatura mette di fronte alle due amiche.

Brave le interpreti e bella l’ambientazione, nel cuore rosso dell’Australia, tra sparuti canguri, serpenti giganteschi e cieli pieni di stelle, dove sembra chiaro dall’inizio che trovare qualcuno che accorra ad aiutarle quando la situazione si metterà male, sarà impresa decisamente difficile.

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