Ilaria Salis, maestra milanese di 39 anni in carcere a Budapest da un anno con l’accusa di aver aggredito due nazisti nel febbraio 2023 durante un raduno di nostalgici del Terzo Reich, ha scritto una lettera aperta dal carcere.

La maestra e militante antifascista aveva scritto al suo legale, Eugenio Losco, il 2 ottobre scorso, per denunciare le disumane condizioni detentive del penitenziario di Budapest in cui è rinchiusa, in cui per 7 mesi non le sono stati messi a disposizione vestiti puliti, sapone, assorbenti, carta igienica e altri beni indispensabili. Repubblica ha ora condiviso il contenuto della lettera di Ilaria Salis.

Per più di 6 mesi non ho potuto comunicare con la mia famiglia”, ha rivelato Ilaria Salis, aggiungendo che le celle del penitenziario sono piene di cimici e topi. “Nelle celle e nei corridoi è pieno di scarafaggi”, ha continuato la maestra, “Per i primi tre mesi sono stata tormentata dalle punture delle cimici da letto, che mi creavano una reazione allergica”, ha rivelato Ilaria Salis, sottolineando che nonostante le ripetute richieste e i segni visibili in volto non ha ricevuto né antistaminici né creme.

Riguardo alla sua salute, Salis ha anche rivelato che “Al mio arrivo non mi hanno dato neanche il pacco con articoli per l’igiene personale (…) mi sono trovata senza carta igienica, sapone e assorbenti o cotone (perché sfortunatamente avevo anche il ciclo) fino al 18 febbraio (…)”; inoltre in Italia le era stato diagnosticato un nodulo al seno dall’aspetto benigno, ma che i dottori hanno raccomandato di tenere sotto osservazione regolarmente. Tuttavia, dopo aver svolto mammografia ed ecografia a giugno “non ho ricevuto nessun referto scritto, che invece è stato consegnato al medico del carcere”, ha rivelato la donna. Nemmeno i suoi legali hanno ancora ricevuto il referto.

Ilaria Salis ha poi denunciato la gestione del carcere, in cui c’è una guardia ogni 90-110 detenuti e non sono presenti uscite di sicurezza antincendio. Inoltre, al sesto piano del penitenziario, dove la donna si trovava fino alla fine di giugno, la sezione è mista e le celle maschili sono accanto a quelle femminili.

La maestra milanese ha anche ricordato che le celle sono invivibili a causa della scarsa areazione. Tra agosto e settembre Ilaria Salis è stata rinchiusa in una cella con altre 7 persone, con due sole finestre che si aprono “solo per qualche centimetro e qui si sta in cella completamente chiusa”.

Infine Ilaria Salis ha anche raccontato che oltre alle manette “qui ti mettono un cinturone di cuoio con una fibbia a cui legano le manette. Anche i piedi sono legati tra loro”, ha scritto la donna. Intorno alle caviglie, ha dichiarato, le guardie mettono due cavigliere di cuoio chiuse con due lucchetti e unite tra loro da una catenalunga circa 25 cm”.

La stessa Ilaria Salis è stata condotta in aula di tribunale incatenata, ed è dovuta rimanere in quello stato per 3 ore e mezza durante l’udienza.

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