Dopo l’entrata in vigore del Senate Bill 8, la restrittiva legge contro l’aborto in Texas, Uma Thurman ha deciso di condividere la sua esperienza per esprimere la sua solidarietà verso le donne, raccontando del suo aborto quando ancora era un adolescente. Nello Stato meridionale degli USA, dal primo settembre 2021, la nuova legislazione vieta di interrompere la gravidanza dopo sei settimane di gestazione e non esistono eccezioni neanche in caso di stupro o incesto.

L’attrice americana, in un lungo editoriale pubblicato dal Washington Post, si mette a nudo condividendo il suo “segreto più oscuro”, con la speranza di aiutare le donne “più vulnerabili, sulle quali questa norma avrà un effetto immediato”. Ecco la sua storia:

“Quando avevo soltanto 15 anni e avevo appena cominciato la mia carriera da attrice, rimasi incinta di un uomo molto più grande di me. Ero indecisa, pensavo di portare a termine la gravidanza. All’epoca mia mamma era gravemente malata e mio padre andò al suo capezzale per capire discutere insieme della situazione. Non avevamo mai parlato di sesso prima; questa era la prima volta, ed è stato terribile per tutti noi. Mi hanno avvertita di quanto sarebbe stato difficile crescere un bambino da adolescente e da sola. Ho dovuto mettere da parte la mia fantasia infantile sulla maternità mentre soppesavo le risposte da dare alle loro domande. Abbiamo deciso come famiglia che non potevo andare avanti con la gravidanza e che l’interruzione fosse la scelta giusta. Il mio cuore era comunque spezzato”.

Uma, 51 anni, ha poi avuto tre figli Maya, Levon Roan e Luna, ma il ricordo della sofferenza è ancora vivo in lei e racconta con molta precisione il giorno in cui ha abortito in uno studio medico a Colonia, in Germania:

“Mi è stato somministrato un anestetico locale e ho abortito. Rimasi sveglia sul lettino mentre il dottore, che era un uomo gentile, spiegava ogni fase dell’intervento mentre accadeva. Faceva molto male, ma non mi lamentavo. Avevo interiorizzato così tanta vergogna che sentivo di meritare il dolore. Le mie dita erano stretta sul petto e quando tutto finì, il dottore mi ha guardato e mi ha detto: ‘Hai delle mani bellissime, mi ricordi mia figlia’. Quel singolo gesto di umanità è impresso nella mia mente come uno dei momenti più compassionevoli che abbia mai vissuto. Ai suoi occhi, ero una persona, ero una figlia, ero ancora una ragazza”.

La donna ha continuato la sua lettera spiegando che l’aborto è stata la decisione più difficile della sua vita, una scelta che le ha permesso però di crescere e diventare la madre che voleva essere. E sulla legge texana, soprannominata heartbeat bill, perché vieta l’aborto una volta riscontrata attività cardiaca nell’embrione, ha aggiunto:

“Stiamo assistendo ad una vera crisi dei diritti umani per le donne americane. E a pagarne le conseguenze, anche stavolta, sono i ceti economicamente più svantaggiati. (…) A tutte le donne indignate perché lo Stato si è preso tutto i diritti di scelta sul loro corpo; a tutte voi che siete vulnerabili e soggette alla vergogna solo perché avete un utero, dico: vi vedo. Abbiate coraggio. Siete belle. Mi ricordate le mie figlie”.

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