Veneto, ok alla richiesta di suicidio assistito di una donna: ha un tumore irreversibile

La paziente ha 78 anni e avrà la strumentazione necessaria fornita dall’Asl, a differenza di quanto accaduto nel 2022 nelle Marche a Federico Carboni: ora riesce a sopravvivere solo tramite i farmaci antitumorali

In Veneto è arrivato per la seconda volta, senza ostruzionismi, il via libera da parte dell’azienda sanitaria regionale e dal Comitato etico a una “richiesta di verifica delle condizioni” per poter accedere alla procedura di suicidio assistito. A presentarla, tramite l’associazione Luca Coscioni, è una donna di 78 anni, che soffre di un tumore irreversibile.

La procedura è iniziata a novembre 2022 con la richiesta all’Azienda di effettuare tutte le verifiche, come previsto dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale. I medici dell’Azienda Sanitaria ritengono che la paziente sia in possesso di tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta. La sua decisione è stata presa in maniera consapevole e in piena autonomia, sulla base delle sofferenze che la patologia oncologica di cui soffre le procura, ritenute per lei ormai intollerabili.

I primi passi importanti che hanno portato a questa decisione sono arrivati a marzo 2023, quando le è stata comunicata l’approvazione dei requisiti da parte del Comitato etico. Ad aprile 2023, l’azienda le ha riferito quale farmaco potesse prendere e quali fossero le modalità con cui assumerlo.

Questo è il secondo caso in Veneto in cui un malato riesce a ottenere l’ok per il suicidio assistito. Il primo era stato Stefano Gheller, affetto da distrofia muscolare, che aveva ricevuto parere favorevole dall’azienda sanitaria e dal comitato etico. Il primo italiano, invece, ad avere avuto accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia era stato Federico Carboni nel 2022: in quel caso, però, aveva dovuto sostenere le spese per avere la strumentazione necessaria (era stata organizzata una raccolta fondi), mentre ora la donna potrà avere tutto quello che le servirà.

La 78enne non sembra avere alcun pentimento ed è sicura che la decisione che lei ha preso sia la migliore per lei: “Ho vissuto periodi pesanti con forza e volontà per affrontarli, fin dall’inizio ero informata che si prospettava un periodo difficile e così è andata, ed ecco la motivazione della mia richiesta di fine vita dignitosa. Ho avuto una vita libera, bella, quando deciderò di procedere con l’aiuto al suicidio per porre fine alle mie sofferenze nonostante tutto l’ultima parola per me sarà ‘la vita è bella’ e sono stata libera fine alla fine” – sono le sue parole diffuse dall’ANSA.

Soddisfatta l’Associazione Luca Coscioni, che ha seguito l’anziana sin dall’inizio in questo percorso: “Il Veneto è anche la prima Regione d’Italia ad aver raggiunto la soglia delle firme necessarie per la proposta di legge regionale ‘Liberi subito’ affinché i tempi di risposta delle aziende sanitarie alla persona non superino i 20 giorni. Invitiamo le altre Regioni a seguire l’esempio – ha fatto sapere la segretaria Filomena Gallo -. Lei sa che potrà procedere anche a casa, che l’azienda fornirà il farmaco e tutto quanto necessario, tranne il personale medico al momento non disponibile. Gloria si avvarrà del suo medico”.

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