Suicidio assistito, svolta storica: chiesta archiviazione per Felicetta Maltese e Virginia Fiume

Le due attiviste si erano autodenunciate il 9 febbraio scorso, dopo aver accompagnato in Svizzera Paola R., una donna di 89 anni, malata di Parkinson. Dopo meno di cinque giorni, per la prima volta, la Procura di Bologna ha chiesto l'archiviazione del fascicolo.

Felicetta Maltese e Virginia Fiume si erano autodenunciate il 9 febbraio scorso, dopo aver accompagnato in Svizzera Paola R., una donna di 89 anni, malata di Parkinson, che aveva chiesto il suicidio assistito. Dopo meno di cinque giorni, ora la Procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, aperto subito dopo che le due attiviste si erano recate alla caserma dei carabinieri di via Vascelli insieme a Marco Cappato, tesoriere dell‘Associazione Luca Coscioni a cui la donna aveva chiesto aiuto.

Una svolta che si può definire storica, poiché è la prima volta che la Procura chiede di archiviare tutto in così breve tempo: “Se la linea delle Procura fosse accolta, si creerebbe un precedente importante per il diritto alla libertà di scelta di quelle persone che non sono strettamente ‘tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale’ (come previsto dalla Corte costituzionale per accedere all’aiuto medico alla morte volontaria) ma che sarebbe discriminatorio escludere dal diritto di essere aiutati alla morte volontaria in presenza di patologie irreversibili e sofferenze insopportabili”, ha dichiarato Cappato in una nota.

Il procuratore Giuseppe Amato ha chiesto l’archiviazione del procedimento, per il fascicolo aperto su Felicetta Maltese, Virginia Fiume e Marco Cappato, iscritti per istigazione e assistenza al suicidio, reato per il quale rischiavano da 5 a 12 anni di carcere, motivando la decisione “Con una interpretazione estensiva del parametro della sottoposizione della persona interessata a trattamenti di sostegno vitale estendendo anche a situazioni ulteriori rispetto al collegamento della persona con un macchinario che ne assicuri la persistenza delle funzioni vitali”.

La signora Paola R. era affetta da una gravissima forma di Parkinson che le impediva di parlare e muoversi, ma non era tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, motivo per cui in Italia le era impossibile accedere all’eutanasia, come previsto dalla sentenza 242/2019 sul caso Cappato/Antoniani della Consulta. Aveva quindi contattato l’Associazione Luca Coscioni per essere aiutata nella sua scelta di fine vita, ed era stata accompagnarla in Svizzera da Felicetta Maltese, 71 anni (attivista di Eutanasia Legale), e Virginia Fiume, 39 anni (co-presidente del movimento paneuropeo di cittadini EUmans), insieme a Marco Cappato, che ha organizzato e finanziato il viaggio.

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