Posti le foto dei tuoi figli minorenni? Rischi una multa di 10.000 euro

Una sentenza del dicembre 2017 ci ricorda che postare questioni personali e fotografie del proprio figlio minore senza la sua volontà può portare non solo all'eliminazione di tali contenuti, ma anche al risarcimento di 10 mila euro: ecco spiegata l'intera vicenda.

Addio fotografie dei propri figli minori su Facebook e Instagram, ora la legge parla chiaro: se postate senza il consenso dell’interessato si rischia una multa pari fino 10 mila euro. No, non si tratta di uno scherzo, né di una trovata improvvisa, anzi: per la prima volta la legge italiana guarda il rovescio della medaglia dei social network dalla parte dei minorenni, parte spesso lesa di questa questione.

A portare in luce questa nuova legge sarebbe stata una sentenza del 23 dicembre 2017 del Tribunale di Roma che ha visto coinvolti un sedicenne e una madre troppo incline a pubblicare sui social questioni personali allegate a fotografie del ragazzino, contro la sua volontà. A riportare questa vicenda è stato il Sole 24 ore: secondo il quotidiano, il Tribunale ha così imposto alla donna la totale rimozione delle fotografie raffiguranti il figlio dai suoi profili social, pena un possibile – e ingente – risarcimento in forma monetaria.

Si tratta del primo vero caso in Italia che sembra estendere in qualche modo il raggio d’azione dei diritti personali dei minori – c’è anche da ricordare che la gestione delle loro immagini attualmente impatta parecchio anche nelle questioni di divorzio e separazione consensuale (più volte, infatti, la legge ha deciso di eliminare da Instagram e WhatsApp o addirittura oscurare determinate immagini o profili Facebook creati al fine di inserire le immagini dei propri figli, come ricordano alcune vicende che hanno visto coinvolti il Tribunale di Livorno nel 2013 e quello di Mantova nel settembre 2017).

La sanzione arriva in una vicenda finita più volte sul web e sui media. Di qui le numerose (e inascoltate) lamentele del figlio per l‘esposizione della storia familiare e delle controversie giudiziarie tra i genitori e il disagio che lo ha portato a chiedere al giudice di proseguire gli studi negli Stati Uniti per potersi “rifare una vita“.

Ha riportato il Sole 24 ore, spiegando cosa ha quindi realmente portato il giovane a chiamare in giudizio la madre. Il minore avrebbe infatti preferito proseguire i suoi studi all’estero pur di rimanere lontano dalle questioni familiari rese note sui social dal genitore – questioni strettamente personali di cui amici e compagni di scuola sarebbero venuti a conoscenza grazie proprio ai post mediatici della madre. L’articolo a cui il Tribunale di Roma fa riferimento in questa vicenda è il numero 96 sul diritto d’autore (legge 633/1941) nel quale è illustrato che nessun ritratto di nessuna persona può essere esposto senza la sua autorizzazione, salve alcune eccezioni specifiche.

La fotografia, come qualsiasi altro elemento identificativo, è un dato personale e non può essere diffuso se non c’è l’autorizzazione dell’interessato.

Ha riportato il quotidiano argomentando che a regolare sempre questa questione è anche il decreto legislativo 196/2003 in materia del trattamento dei dati personali. La scelta del Tribunale di Roma, oltre a interessare la tutela della propria immagini per quanto riguarda il minore, ha quindi avuto anche l’obiettivo di arginare i rischi legati al mondo del web. Inoltre, c’è da puntualizzare che i minori godono di una tutela rafforzata dovuta all’articolo 16 della Convenzione sui diritti del fanciullo datata 1989. Insomma, siamo quasi certe che la prossima volta che penserete di postare una fotografia di vostro figlio su Facebook ci penserete ben due volte.

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