Chi è Alfa, che rivendica il suo non essere cool né straordinario

Il cantante Alfa ha dichiarato ai microfoni di Vanity Fair di voler essere semplicemente se stesso, abbracciando la sua semplicità, senza per forza apparire "cool" come molti si aspetterebbero dalla classica popstar.

Ha raggiunto il successo nazionale con il brano bellissimissima <3, che è diventata un tormentone, sul web fa impazzire una foltissima schiera di giovanissimi, eppure Andrea De Filippi (in arte Alfa) non potrebbe essere più lontano dall’immagine classica della popstar: mantiene un basso profilo, si affida a un’etichetta indipendente – la Artist First -, il suo look non è affatto pensato per sorprendere.

A me non interessa essere una star, ma essere credibile live”, ha detto Alfa in una intervista a Vanity Fair. “Mi interessa poter essere un artista. Fare musica in maniera viscerale, come un bisogno. Per star bene con me stesso, non per numeri”.

La musica, per Alfa, è stata un dono che gli ha permesso di superare la sua profonda timidezza. “Da adolescente ho subìto bullismo, ero grasso e timido. Quando dico che la musica è “il mio migliore amico”, dico davvero. Ne avevo provate tante, prima del pop ho bazzicato il rap, specie i freestyle. Prima ancora, avevo provato a fare il mago. Tutto, pur di trovare me stesso”, ha ammesso.

La sua è stata, a tutti gli effetti una rivincita. O, più precisamente – come lui stesso dice – una “rivincita dei “normali””. “Quest’epoca e a mia generazione sono assuefatti da prodotti “straordinari”; i cantanti, specie dopo il covid, cercano di essere cool in tutti i modi, e c’è tanta aggressività in giro. Pensi al termine “cringe”: quant’è forte? Io credo che le cose si possano fare in maniera diversa, credo nel ritorno della normalità. […] Voglio trasmettere energia positiva, messaggi buoni”.

E ha aggiunto: “Oggi sembra quasi che uno debba vergognarsi di esserlo [pop, ndr.]. È tutto rap o indie, ed è sempre questione di coolness. Per me essere pop significa parlare in maniera trasversale, entrare nella vita delle persone, creare un ricordo speciale in un giorno tremendamente normale”.

E riguardo al successo ha le idee altrettanto chiare: “Il successo è tossico per natura: porta un sacco di pensieri, dà alti e bassi emotivi, espone a critiche e pressioni, che cambiano. È sempre stato una conseguenza, non l’ho mai cercato. Io a volte quando leggo critiche ho i crampi alla pancia per cinque ore; poi passano. Dicono che con il tempo ci si abitua a tutto, e si cambia. A me, perdere questa sorta di purezza… non so, non mi va molto”.

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