Alfonso Signorini, NOI non siamo contrari e contrarie all'aborto. Noi chi, poi?
In queste tue parole, del resto, c'è tanta ignoranza sui fatti dell'aborto quanta arrogante volontà di controllo dei corpi delle donne da fare accapponare la pelle.
In queste tue parole, del resto, c'è tanta ignoranza sui fatti dell'aborto quanta arrogante volontà di controllo dei corpi delle donne da fare accapponare la pelle.
Noi NON siamo contro l’aborto!
Né ti abbiamo dato mandato di parlare a nostro nome, Alfonso Signorini.
Noi chi, poi? Capiamoci:
Noi a casa davanti alla tv? Non credo proprio!
Noi italiani e italiane, tutti e tutte? Lo escludo! C’è stato un referendum, ha fatto seguito una legge. Ricordi?
O noi, le persone che condividevano con te lo studio del GF Vip o tra le mura della casa più spiata d’Italia, quando ieri sera hai detto questa cosa irresponsabile?
Mi sento di escludere anche quest’ultima opzione, nonostante il silenzio colpevole di chi avrebbe potuto e dovuto contraddirti. A prescindere dalle proprie idee personali.
Chi è, insomma, quel NOI? Giucas Casella, Adriana Volpe e Sonia Bruganelli sono quel NOI?
Perché dubito che tu abbia condiviso questo tuo pensiero e la volontà di rappresentare un sentire comune con operatori o operatrici di macchina, regia, assistenti, pubblico, autori, autrici e tutte le maestranze presenti davanti e dietro le quinte.
La legge del 22 maggio 1978, n. 194 garantisce il dritto all’aborto.
E un diritto, si badi bene, non nega a nessuna persona il proprio diritto individuale di coltivare valori e principi pro-vita.
Al contrario, negare un dritto o stigmatizzarlo, priva le donne e le persone della possibilità di accedere a pratiche di interruzione di gravidanza in sicurezza.
Noi NON siamo contro l’aborto, Alfonso Signorini.
E le posizioni anti-choice tue (non nostre!) condivise in tv con tanta leggerezza sono solo becero moralismo nazional-popolare! Di più!
Le tue parole offendono, stigmatizzano e colpevolizzano.
Non solo, come ha scritto Selvaggia Lucarelli, ‘chi è costretto all’aborto terapeutico, alle vittime di stupri etnici, alle donne che scelgono in piena libertà e a chiunque abbia una storia un po’ più complessa da raccontarti’, ma anche le donne morte o rese invalide durante gli aborti clandestini; le donne e le persone che si ribellano alla narrazione bigotta dell’aborto come trauma e che le tue parole vorrebbero ricacciare a una colpa originale da espiare. Offendono, stigmatizzano e colpevolizzano le madri e i padri di famiglie che non esiteresti a lodare con la tua retorica retrograda e che scelgono di non avere altri figli.
Perché sì, la maggior parte delle persone che abortiscono (54,7%) sono madri, non giovani sprovvedute o egoiste (dati Ministero della Salute); ma facciamo che te lo spiega bene qui Federica Di Martino, psicologa e creatrice del progetto IVG, ho abortito e sto benissimo:
No, Signorini, NOI non siamo contro l’aborto e alla luce di quello che sta succedendo in Polonia e in altre parti del mondo (sai, vero, cosa sta succedendo?), alziamo la voce contro le tue parole.
Il maschilismo è una brutta bestia, Signorini. Si insinua in un maschio, bianco, cisgender anche quando gay.
Quindi grazie per il mansplaining, grazie per il tuo prezioso contributo di maschio che vorrebbe arrogarsi il diritto di decidere del corpo delle donne o delle persone AFAB Assigned Female At Birth; ma mettiti in coda, che c’è già la fila!
Grazie per il tuo contributo alla causa anti-choice che continua a fare a pezzi le donne e, in un Paese che si dice laico (ma pensa cattolico), impedisce a molte donne di accedere a un diritto o permette loro di farlo a patto di fare lo slalom tra episodi di violenza psicologica da parte di medici obiettori e personale sanitario pronto, come te, a dirsi contrario a tutti i tipi di aborti, di donne o di cagne.
Grazie, infine, perché quelli come te ci ricordano che non basta appartenere a una categoria cui sono stati negati diritti basilari, per supportare i diritti di altre persone. Che strana questa cosa, che sciocca…
In queste tue parole, del resto, c’è tanta ignoranza sui fatti dell’aborto quanta arrogante volontà di controllo dei corpi delle donne da fare accapponare la pelle.
Giornalista professionista e responsabile editoriale di Roba da Donne, scrive di questione di genere. Per Einaudi ha scritto il saggio "Libere. Di scegliere se e come avere figli" (2024). È autrice di "Rompere le uova", newsletter ...
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