E ci risiamo. È durato pochissimo il dietrofront del Governo che aveva consentito alle donne di comprare alcolici e lavorare nei bar dello Sri Lanka, cancellando di fatto una legge di circa 60 anni fa. Adesso, invece, tutto torna come prima: torna l’incubo per le donne che, se vorranno bere qualcosa, dovranno farlo di nascosto. A ripristinare la norma è stato il Presidente della Repubblica Maithripala Sirisena che ne ha dato annuncio ieri durante un comizio: le donne non potranno più acquistare alcolici, e soprattutto non potranno lavorare senza permesso nei locali in cui questi si producono e vendono.

A costringere lo Sri Lanka a fare un passo indietro, secondo fonti della Bbc che ne ha dato notizia, sarebbe stata la gerarchia buddhista  a prendere la decisione, basandosi sulla tesi per cui la possibilità di comprare alcolici per le donne minerebbe gli equilibri delle famiglie dello Sri Lanka.  Eppure, numeri alla mano, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non c’è alcuna emergenza nel Paese: l’80% delle donne non ha mai bevuto alcol, contro il 57% degli uomini. Un problema, quello degli alcolici, che di fatto non esiste. Meno dello 0,1% del pubblico femminile è affetto da alcolismo, contro un risicato 0,8% dei maschi. Per queste ragioni, e alla luce di questi dati, la possibilità, concessa alle donne appena sette giorni prima, di comprare alcolici non aveva suscitato particolare scalpore. E, invece, è arrivato il dietrofront del Governo.

Il Ministro delle Finanze, poi costretto a tornare sui suoi passi, su ordine del Presidente, aveva promosso questa iniziativa, permettendo anche alle donne di acquistare alcolici, per contrastare il mercato nero che priverebbe lo Stato di importanti entrate fiscali. E, invece, il Presidente ha deciso di tornare indietro nel tempo.

Nello Sri Lanka, tra l’altro, ancora oggi vige il divieto assoluto di vendere alcolici a rappresentanti della polizia e delle forze armate in uniforme.

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