Benedetta Porcaroli oggi è un’attrice apprezzata, protagonista di ben tre film nell’inverno 2023-2024, Enea, con la regia di Pietro Castellitto (in uscita l’11 gennaio 2024), Vangelo secondo Maria di Paolo Zucca per Sky Original con Alessandro Gassmann, e Immaculate, horror americano di Michael Mohan, in cui interpreta una suora in un convento.

Il tempo della gavetta, iniziata con il suo esordio in Tv nella fiction Rai Tutto può succedere, sembra essere quindi concluso. Questo non le impedisce però di dimenticare le difficoltà vissute quando era solo una ragazzina, periodo in cui, come molte coetanee, ha conosciuto da vicino il bullismo.

Parlarne è per lei importante, soprattutto perché pensa possa servire a chi sta vivendo la stessa situazione, spesso timoroso di uscire allo scoperto: “Al liceo avevano creato un gruppo dove mi chiamavano ‘piatta’. Non ricordo com’era la mia vita prima di diventare attrice, anche se non mi sento così cresciuta – ha detto in un’intervista al Corriere della SeraMa ricordo che ci rimasi male, ero ferita. Bullismo, c’è poco da fare, anche se all’epoca non si usava questa parola”.

Ora fare a meno dei social è per alcuni impossibile, anche se, a suo dire, dovremmo tutti imparare a utilizzarli in maniera differente:I social spesso sono usati per affondare la lama, si deve infierire, tutto estremizzato. Io cerco di proteggere chi è in difficoltà”.

L’insicurezza sembra ora fare parte del passato di Benedetta Porcaroli ed è anche per questo che sceglie con cura i ruoli da interpretare: “Non sono più in un momento di passaggio. Ho una maggiore consapevolezza. Sento di avere un certo potere e responsabilità. Continuano a dirmi che la mia aria malinconica riporta alle eroine letterarie del passato. Quando mia nonna mi ha visto nelle ragazze massacrate al Circeo e nelle baby squillo si è messa le mani nei capelli e mi ha detto: ‘Ma questi ruoli non possono darli ad altre attrici?’. In realtà sono anche ironica e si è visto in Amanda, che è una commedia all’inglese. Sono sarcastica, ho un umorismo tagliente, mi piace fare le battute. Non voglio entrare nell’immaginario con idee e ruoli prefissati”.

Recitare non è comunque mai semplice, porta a fare un lavoro importante su se stessi: “Siamo chiamati ad assorbire cose della vita e a tirarle fuori. Sul set devo far coincidere due opposti: l’autodisciplina e l’abbandono totale, la non conoscenza. E l’inconscio è centrale. Io faccio sogni ricorrenti, sono quelli più angoscianti, Ingaggio dei corpo a corpo, per fortuna non muoio ma mi ritrovo in situazioni di pericolo: in uno mi azzanna un rottweiler, in un altro sono in mare aperto” – ha concluso.

 

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