Il cadavere di una psicologa brasiliana 45enne, Renata Moraes Rios, è stato trovato sulla spiaggia di Is Arenas, vicino a Oristano, all’alba di domenica 24 settembre. Secondo i primi accertamenti potrebbe trattarsi di una turista.

L’allarme è scattato sulla spiaggia di Is Arenas, in territorio di Narbolia: sul posto sono intervenuti i volontari del 118 e le forze dell’ordine. Secondo le prime ricostruzioni Renata Moraes Rios era una turista brasiliana che alloggiava nel vicino campeggio.

La psicologa, come riporta Tgcom24, si trovava in Sardegna per il 9° Convegno internazionale di Ecopsicologia, a cui partecipano decine di nazioni di tutto il mondo. Renata Moraes Rios, anche se non è ancora chiaro l’orario, avrebbe lasciato le amiche al camping per fare un bagno in solitaria nel mare di Is Arenas, che in quel momento era molto agitato.

Anche se si attendono i risultati dell’autopsia, l’ipotesi più accreditata al momento è quella della morte per annegamento, per via della forza delle onde, con la corrente che avrebbe poi sospinto il cadavere a riva. L’altra ipotesi è che la psicologa possa essere riuscita a raggiungere la spiaggia da sola e che, dopo lo sforzo, sia ceduta per un malore a poche decine di metri dal campeggio. Oppure, potrebbe aver urtato gli scogli che si trovano a qualche centinaio di metri dalla costa dove è stato ritrovato il corpo.

Le autorità, comunque, non escludono nessuna pista. Sarà l’autopsia disposta sul corpo della donna, programmata per la giornata di domani, a fugare ogni dubbio sulle dinamiche della morte.

A luglio di quest’anno sono morte altre 3 persone, nell’Oristanese, tutte stroncate dalla furia del mare.

Una delle vittime è stata una bambina di 10 anni di famiglia marocchina, nata e vissuta tra Oristano e Macomer, annegata lo scorso 20 luglio. La seconda vittima, a poca distanza di tempo dalla prima, è stata una turista 41enne deceduta a Is Arenas, di cui non si conosce il nome.

Alcune settimane prima, sempre a Is Arenas, è deceduto l’archeologo Carlo Lugliè, 59 anni, che si era tuffato in mare per salvare il figlio 11enne della compagna. Il ragazzino, infatti, non riusciva a tornare a riva a causa del mare grosso. Lugliè era docente di preistoria e protostoria all’Università di Cagliari.

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