Non si tratta certo del primo scontro legale tra Richemont (che controlla Cartier attraverso la sua divisione North America), e Lvmh (Tiffany), tuttavia quest’ultimo diverbio sembra essere particolarmente spinoso.

Come riportato dall’agenzia americana Bloomberg, Cartier porterà in aula Tiffany e Megan Marino, una ex junior manager di Cartier, per furto di informazioni riservate. Secondo quanto riportato, Cartier ha citato in giudizio Tiffany & Co lunedì, accusando il marchio di aver assunto la loro ex junior manager Megan Marino al fine di conoscere i segreti della loro collezione di “Alta Gioielleria”.

Secondo la denuncia presentata in un tribunale dello stato di New York a Manhattan, Megan Marino aveva lasciato Cartier a dicembre, e il brand accusa Tiffany & Co di averla assunta per ottenere i segreti commerciali riguardanti i suoi gioielli di fascia alta dove i pezzi in genere costano da $ 50.000 a $ 10 milioni.

Come ha ricostruito l’accusa, prima di lasciare Cartier, Marino avrebbe scaricato una serie di informazioni riservate sull’attività di alta gioielleria per poi passarle ai suoi nuovi colleghi di Tiffany. Attraverso la dichiarazione di un suo portavoce, Tiffany ha negato il tutto, specificando che il gruppo si difenderà vigorosamente dall’accusa.

Secondo i documenti del tribunale, una volta che Cartier ha informato l’ufficio legale di Tiffany della condotta di Marino, il brand ha provveduto licenziandola a febbraio, dopo sole 5 settimane dall’assunzione. Ma, come sostiene Richemont, a quel punto i dirigenti di Tiffany avevano già acquisito “una notevole quantità di informazioni riservate e segreti commerciali di Cartier“.

In una dichiarazione giurata che accompagna la denuncia, Marino ha affermato che Tiffany era “più interessata ad assumermi come fonte di informazioni“, che come manager.

Cartier ha anche accusato Tiffany di aver lasciato che una ex manager Cartier recentemente assunta lavorasse su un progetto di alta gioielleria chiamato “Blue Booknonostante il suo accordo di non concorrenza di sei mesi.

Tiffany e la sua casa madre LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton SE non hanno risposto subito alle richieste di commento.

L’accusa chiede a Tiffany di restituire e non utilizzare i segreti commerciali rubati, oltre a un risarcimento in danni non specificato.

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