Il processo per la morte di Serena Mollicone, la diciottenne di Arce uccisa nel giugno 2001, sarà prossimamente riaperto: è quanto deciso dalla Corte d’assise d’appello di Roma, che ha accolto le richieste della procura generale.

Quest’ultima, infatti, aveva fatto ricorso avverso alla sentenza di primo grado del tribunale di Cassino del luglio 2022, in base alla quale le accuse per i cinque imputati erano state fatte cadere. Si trattava del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, della moglie Annamaria e del figlio Marco, accusati di omicidio, del luogotenente Vincenzo Quatrale, accusato di concorso in omicidio, e dell’appuntato Francesco Suprano, al quale si contestava il favoreggiamento.

Ora, la procura intende fare ascoltare ben 44 persone tra testimoni e consulenti. Durante il secondo grado, quindi, il 20 novembre 2023, verranno sentiti innanzitutto questi ultimi, per poi procedere, in base a quanto sarà emerso, con eventuali teste.

Fra i nuovi testimoni individuati spunta il nome del luogotenente Gabriele Tersigni, ex comandante della stazione dei carabinieri di Fontana Liri, che non era stato ascoltato in primo grado. A lui, il brigadiere Santino Tuzi avrebbe raccontato di aver visto Mollicone entrare nella caserma la mattina della sua scomparsa, il 1° giugno 2001. Tuzi era poi morto suicida nel 2008.

Due giorni dopo quel primo giugno, Serena Mollicone era stata ritrovata morta in località Fontana Liri: secondo l’autopsia, si trattò di asfissia meccanica. Stando alla procura di Cassino, la ragazza sarebbe stata uccisa in caserma dopo un litigio avvenuto nell’alloggio dei Mottola, ma, nel 2019, i cinque indagati erano stati rinviati a giudizio, prima di venire assolti in primo grado per insufficienza di prove lo scorso luglio.

Sandro Salera, legale di parte civile per conto di Consuelo Mollicone, sorella di Serena, ha dichiarato: “Non è così frequente la riapertura di un processo, evidentemente la corte vuole rendersi conto dell’attendibilità della sentenza di primo grado. Si parte con i consulenti tecnici e poi vedremo nelle altre udienze”, riporta l’Adnkronos.

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