Lo chef Alessio Gilberti si toglie la vita dopo aver dichiarato le sue intenzioni su Facebook

"È tutto pronto. È ora di finirla senza di te non so stare e quindi non vale la pena. Ciao a tutti", l’addio dello chef biellese intriso dallo sconforto di amici e parenti nell’aver perso un compagno e un figlio.

È tutto pronto. È ora di finirla senza di te non so stare e quindi non vale la pena. Ciao a tutti”. Sono queste le poche parole scritte su Facebook da Alessio Gilberti nel giorno di Pasquetta, il 10 aprile scorso, e con le quali annunciava di voler porre fine alla sua vita.

A nulla sono valsi i numerosi i commenti sotto il doloro post dello chef biellese, 43 anni, con cui amici e familiari hanno cercato di dissuaderlo dal compiere un gesto estremo. “Ne vale sempre la pena, non dirlo nemmeno per scherzo”, “Sei impazzito? Tutto si risolve, su”, scrivono i suoi contatti sotto quella frase.

Sempre sul social, qualche ora dopo, era intervenuto il padre, Claudio Gilberti, per rispondere agli amici preoccupati: “Sono il padre di Ale, a me non risponde. Tu sai di più?”. E infine il triste epilogo, sempre comunicato dall’uomo in un commento in risposta a un’amica dello chef: “È morto, non so in quale modo”.

Ancora non si conoscono le dinamiche del suicidio, ma il corpo di Alessio Gilberti è stato ritrovato a Roma, dove lo chef si era trasferito per fare il cuoco, il giorno dopo aver scritto quell’ultima frase su Facebook. La causa del gesto sembrerebbe essere il dolore, che emerge nel post, nel non aver saputo affrontare la fine di una relazione.

Alessio Gilberti era nato nel 1980 ed era originario di Biella. Appassionato e tifoso della pallacanestro biellese, aveva preso in gestione una tabaccheria nei pressi di Chiavazza, e alla fine, dopo aver girato l’Italia, aveva deciso di trasferirsi a Roma per inseguire il sogno di diventare chef.

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