Clubhouse è il nome del nuovo social network pronto a sbancare e caratterizzato da una precisa caratteristica: l’impiego della sola voce per comunicare con gli altri utenti.

L’idea nasce in California lo scorso marzo, proprio all’inizio dello scoppio della pandemia, ed è dunque anche figlia del complicatissimo mondo che ci siamo ritrovati a vivere in questo anno. Nonostante la sua recente nascita, ad opera dell’imprenditore Paul Davison e dell’ex ingegnere Google Rohan Seth, conta già due milioni di iscritti e una una valutazione di mercato superiore al miliardo di dollari. Il nuovo social ha poi spopolato anche tra i vip americani: sono infatti già moltissimi gli iscritti celebri, tra cui Oprah Winfrey, Ashton Kutcher, Drake e i comici Kevin Hart e Chris Rock.

Al momento Clubhouse è disponibile solo per iOS, scaricabile direttamente dall’App store, ma a breve dovrebbe approdare anche su Google Play. Per accedervi, però, non basta eseguire il download dell’app, ma è necessario prima essere invitati da un amico già iscritto al social.

Come funziona Clubhouse

La app è caratterizzata da un insieme di stanze, che possono essere pubbliche o private – le prime, dunque, ad accesso libero, mentre le seconde solo su invito – a cui l’utente, una volta iscritto grazie all’invito di un amico, può scegliere di accedere e ascoltare ciò che viene detto.

Si tratta di una sorta di via di mezzo tra un’app di messaggistica istantanea e una piattaforma per le videoconferenze basata solo sull’audio. Non solo è possibile ascoltare, ma anche intervenire nella discussione per fornire il proprio punto di vista tramite un’alzata di mano, invitare amici a unirsi alla conversazione e lanciare una stanza in tempo reale o programmandola per un giorno preciso, scegliendo ogni volta il tema e chi può partecipare.

La app può generare incontri proficui e costruttivi, dedicati a temi virtuosi e interessanti, specie in un momento come quello attuale, in cui distanza e isolamento sono all’ordine del giorno, ma ha purtroppo qualche limite.

I limiti di Clubhouse

La prima critica che viene rivolta al nuovo social è quella di creare e promuovere una cultura di esclusività e segretezza. L’accesso tramite invito, infatti, rende la piattaforma un ambiente elitario e classista.

A questo proposito, gli ideatori di Clubhouse hanno dichiarato di aver reso il social ad accesso limitato solo per una questione puramente tecnica: il fenomeno è esploso e non c’è stato il tempo né al momento ci sono le risorse necessarie per creare una macchina perfetta tale da essere diffusa a livello globale e senza limitazioni. Ma è nei loro piani:

Non è destinato ad essere esclusivo; semplicemente non siamo ancora pronti a spedire la versione di rilascio generale

Come però scrive Marvi Santamaria, Social Media Strategist esperta di dating app, relazioni e sessualità oltre gli stereotipi, il risultato è che al momento “questa logica esclude molte persone e risulta elitaria, finché non sarà aperta a tutt* come promesso”.

V è poi un altro limite piuttosto importante: l’assenza di sistemi adeguati per la moderazione di contenuti, una situazione di non facilissima gestione poiché in questo caso si deve intervenire contro messaggi vocali che corrono veloci e non sono semplicissimi da bloccare sul nascere. Questa situazione ha purtroppo già portato a dei danni: si sono infatti verificate conversazioni oscure che hanno portato a frasi omofobe e razziste, espressioni antisemite e persino episodi di molestie.

Sarah Szalavitz, una consulente di ricerca e sviluppo ed ex avvocato del mondo dello spettacolo, ha invitato nella app diversi giornalisti con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla delicata questione, in quanto fermamente convinta che la app favorisca il proliferare della cultura dell’odio e della radicalizzazione e che sia necessario e urgente applicare contromisure adeguate che consentano una efficace moderazione degli utenti.

Una portavoce di Clubhouse ha dichiarato che ci saranno misure specifiche per implementare la piattaforma e garantire la piena sicurezza e trasparenza, tra questi, la possibilità di silenziare e bloccare gli utenti e di segnalare le stanze per ulteriori indagini, ma al momento ancora non è possibile segnalare né bloccare i partecipanti, una mancanza potenzialmente molto pericolosa che, mai come nel mondo del web, deve essere arginata.

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