Un popolare modo di dire recita che “si discute del sesso degli angeli” per indicare che si sta parlando di cose inutili e su cui non vale la pena fare una disputa.

Ma in Germania il discorso è stato non solo preso alla lettera, ma persino ampliato a Dio: un gruppo di giovani cattolici tedeschi, di fede progressista e democratica, sta infatti combattendo affinché l’identità di genere del Creatore venga indicato come neutra. Certo, la cosa sarebbe piuttosto semplice, dal punto di vista linguistico, per loro, visto che il tedesco prevede tre generi (maschile der, femminile die e neutro das), mentre per le lingue che non prevedono il neutro, come l’italiano, occorrerebbe scrivere Dio*.

La rappresentazione di un Dio maschio e bianco non è all’altezza. E rende difficile l’accesso a molti giovani alla Chiesa e alla fede.

È la motivazione con cui il gruppo sta portando avanti la propria battaglia; ma la Conferenza episcopale, almeno per ora, ha risposto picche, attraverso le parole del suo relatore, Matthias Kopp: “Il dibattito teologico sulla questione non è rilevante in questo momento. Abbiamo ben altri problemi da affrontare”. Kopp ha anche aggiunto che “Non possiamo afferrare Dio. Non posso descrivere Dio con la parola”.

Anche il resto della Chiesa, del resto, non sembra aver accolto favorevolmente l’ipotesi, in particolare l’ex Pontefice Benedetto XVI, che ha detto:

Madre non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Se nel linguaggio espressivo dalla corporeità dell’uomo l’amore della madre appare iscritto nel’’immagine di Dio, è anche vero che Dio non viene qualificato come madre, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Madre in Bibbia è un’immagine, ma non un titolo di Dio.

Non è comunque la prima volta che in Germania si discute del genere di Dio: già nel 2012 la Ministra per la Famiglia Kristina Schröder aveva accennato alla possibilità di usare il neutro das in riferimento a Gott, Dio appunto, generalmente indicato con un der; anche in quel caso, tuttavia, la proposta era stata tutt’altro che ben accolta dal mondo politico tedesco, in particolare dal suo stesso partito di appartenenza, l’Unione Cristiano Democratica, e dal partito gemello bavarese, l’Unione Cristiana Sociale.

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