"Non ce la faccio più", così Elisabetta Bacchio avrebbe fatto uccidere il marito

A distanza di un anno dall'omicidio del marito finisce in manette Elisabetta Bacchio, ritenuta il cervello dell'agguato mortale all'uomo, freddato il 7 agosto 2022 nella provincia viterbese. Ad aiutarla la sorella, già in carcere dallo scorso ottobre.

“Non ce la faccio più”: starebbe tutto in queste parole, pronunciate più volte al telefono con la sorella, il movente dell’omicidio di Salvatore Bramucci, freddato il 7 agosto 2022 in quello che è stato definito un vero e proprio agguato. A pronunciarle la moglie della vittima Elisabetta Bacchio, finita in manette negli scorsi giorni proprio per essere la mandante dell’uccisione del marito, pregiudicato legato alla malavita romana.

Questa la ricostruzione fornita dalla Procura di Viterbo, che ha portato in carcere a Civitavecchia Bacchio dopo oltre un anno di indagini. Accade tutto il 7 agosto di un anno fa: Bramucci, dopo essere uscita dalla sua abitazione a Soriano nel Cimino, nel viterbese, a bordo della sua Chevrolet Captiva, viene bloccato ad  Acquafredda-Basso della Campana da un gruppo di fuoco composto, per gli inquirenti, da almeno tre persone che lo aspettavano a bordo di due auto, di cui una rubata, e ucciso con sei colpi d’arma da fuoco.

Basta solo un mese ai carabinieri per identificare e fermare quelli che, secondo le forze dell’ordine, sarebbero i due esecutori materiali dell’omicidio, Lucio La Pietra e Antonio Bracci, quarantanovenni di Roma residenti a Guidonia, arrestati il 13 settembre e tuttora in carcere, anche a seguito della decisione del Tribunale del Riesame di Roma. A ottobre, poi, si aggiungerà anche Sabrina Bacchio, sorella di Elisabetta, responsabile, secondo gli investigatori, di aver fornito le indicazioni necessarie ai sicari per conoscere le abitudini della vittima e quindi organizzare l’agguato, e della pianificazione dello stesso sin dalla sua ideazione.

È però degli scorsi giorni la svolta, nelle indagini del nucleo investigativo di Viterbo coordinato dal Pm Massimiliano Siddil, che ha portato alla misura di custodia cautelare anche nei confronti della stessa Elisabetta Bacchio, ritenuta il cervello dell’intero piano per l’eliminazione del marito.

Dalle indagini emerge un quadro familiare fatto di maltrattamenti, in cui Bramucci teneva segregata la moglie in casa. Da lì quelle telefonate alla sorella, quelle frasi disperate, “Non ce la faccio più”, che avrebbero fatto scattare, nella quarantaseienne, l’idea di liberarsi del marito, facendola diventare, come sostenuto dagli inquirenti, “la fonte originaria delle preziose informazioni necessarie al gruppo di fuoco per la pianificazione dell’attacco”.

Salvatore Bramucci stava scontando una condanna agli arresti domiciliari, e poteva uscire solo per sei ore al giorno; gli orari di uscita, peraltro, erano stato modificati proprio qualche giorno prima della sua morte. Elisabetta Bacchio avrebbe messo a punto un piano che monitorava gli spostamenti del marito, avvalendosi anche di un’app sul cellulare.

Come racconta Il Messaggero, dalle carte dell’inchiesta emerge lo scambio di battute tra le sorelle, in previsione dell’attuazione del piano.

Non esce più alle 8, ora esce alle 9.

2 agosto: “Come siamo messi?”

“Noi siamo in preparazione eh?” è la risposta degli altri, il 7 agosto.

Ci sarebbe anche il messaggio inviato da Sabrina Bacchio a Bracci, il 17 luglio:

Nino, mi fai sapere per il motore per mia suocera, calcola che non esce più alle 9 ma alle 8. Capito? Per organizzarmi.

Che per gli investigatori si riferirebbe proprio agli spostamenti del cognato.

Dopo l’omicidio, Elisabetta Bacchio sembra voler collaborare con gli inquirenti, tanto da fornire l’agenda del marito, dove sono appuntati nomi e cifre che lui doveva riscuotere. Ai carabinieri la donna racconta anche che Bramucci aveva intenzione di andare a Tenerife con la figlia nata dalla sua prima unione, che avrebbe a sua volta avuto una relazione con un pregiudicato, in carcere per droga, da cui si sarebbe dovuta allontanare.

Un castello di bugie, secondo gli inquirenti, con cui la donna avrebbe voluto distogliere da sé l’attenzione, per concentrarla nella cerchia delle conoscenze pericolose del marito, ma che è crollato di fronte alle indagini dei carabinieri.

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