Fatima: “Sono la prima guida turistica donna in Afghanistan ma non sarò l’ultima”

Fatima è la prima guida turistica donna in Afghanistan ma promette che non sarà l'ultima. Ecco la sua storia di emancipazione e il suo contributo prezioso nel tracciare un nuovo cammino di speranza per le giovani donne del suo Paese.

Fatima è una ventiduenne afgana originaria di Gohr, diventata la prima donna a lavorare come guida turistica in Afghanistan.

Ultima di otto figli, Fatima – il cui cognome non viene rivelato per motivi idi sicurezza dalla CNN che ne riporta la storia – era destinata a dedicarsi alla pastorizia e ad aiutare la madre nelle attività domestiche, un destino ben tracciato per molte giovani donne del Paese. Fatima, però, ha avuto sin da subito le idee chiare: desiderava ottenere un’istruzione e sognare un futuro diverso, ciò che era stata negato ai suoi fratelli e alle sue sorelle.

Con la sua intraprendenza è riuscita a convincere i genitori a permetterle di prendere lezioni, se avesse guadagnato abbastanza con la pastorizia. Così Fatima inizia una vita diversa da quella dei suoi coetanei, non senza grandi difficoltà: non avendo possibilità di procurarsi dei quaderni, scriveva sulla sabbia con un bastone e andava in cima alle colline – dove c’era un segnale migliore – per poter ascoltare la radio della BBC ed esercitarsi con la lingua inglese.

In breve tempo, i suoi interessi crescono sempre di più: si iscrive a Facebook e partecipa a gruppi di persone interessate alla storia. Desidera far conoscere il suo Paese, a molti noto solo come terra di conflitti e guerre, e mostrare luoghi affascinanti e sconosciuti e la loro storia antica. Sono proprio questi scambi virtuali sul più celebre social network che le regaleranno il cambiamento di vita che sognava fin da bambina. A fine 2020, infatti, riceve un commento da un utente, noto come Big Tom, che le chiede di fargli da guida per il viaggio in Afghanistan che l’uomo ha in programma di fare. Fatima accetta e inizia così quello che diventerà per lei un lavoro e una preziosa occasione di emancipazione e indipendenza.

Grazie al passaparola, Fatima continua a lavorare come guida per le persone che desiderano visitare la sua terra d’origine. Il suo nome giunge infine a Untamed Borders, un’agenzia specializzata in viaggi nelle zone più inaccessibili e difficili da raggiungere, tra cui Afghanistan e Pakistan. In breve tempo, Fatima viene assunta: è la prima guida turistica professionale femminile del suo Paese.

James Willcox, fondatore di Untamed Borders, ha rivelato quanto sia fondamentale avere un punto di vista femminile e conoscere quei luoghi e la loro cultura attraverso gli occhi e la storia di una donna:

Avere una guida femminile dà ai nostri ospiti una prospettiva completamente nuova. Oltre a essere ben informata come guida, Fatima dà ai nostri ospiti una visione personale della sua vita come donna afgana.

La nuova carriera della giovane donna ha causato qualche attrito in famiglia, specie con il padre, le cui opinioni conservatrici avevano già creato incomprensioni con gli altri figli, costretti a sposarsi precocemente e tutti privati di un’istruzione. Fatima era decisa a fare delle scelte: desiderava anche sbagliare, se fosse stato necessario, ma farlo da sola, decidendo della sua vita e non subendo decisioni imposte dagli altri. Il padre ha in seguito compreso la scelta della figlia, che da sempre può contare invece invece sull’appoggio della madre, della quale parla in modo affettuoso:

Mia madre è felice. Mi sostiene. In questo momento, lei è il mio tutto.

Le difficoltà incontrate e la situazione delle donne in Afghanistan

Purtroppo la sua emancipazione ha avuto un costo. Sono state tante le difficoltà incontrate durante il percorso: bambini le lanciavano sassi mentre guidava i turisti nel mercato locale e in molti l’hanno insultata e urlato contro bestemmie e cattiverie. Tutt’ora i suoi genitori continuano a essere preoccupati e le ripetono che è troppo pericoloso per una donna lavorare, specialmente se significa interagire con gli uomini a tu per tu.

Ma Fatima è coraggiosa e più determinata che mai ed è spinta anche dal sostegno che riceve dai suoi visitatori e dalle persone che incontra in questo percorso. Ma c’è anche un altro aspetto per lei determinante: rappresentare un esempio e aprire la strada alle altre donne.

Le sfide fanno sempre parte della mia vita. Se mi arrendo, allora altre donne non inizieranno mai.

Purtroppo, infatti, la situazione delle donne in Afghanistan non è semplice: stando ai dati delle Nazioni Unite, solo il 19% delle donne del Paese lavora fuori casa. E sebbene il 64% degli afghani sostenga che le donne debbano avere il permesso di lavorare fuori casa – come riporta l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne (UN Women) – sono ancora purtroppo moltissime le barriere che le donne si trovano a dover affrontare, tra cui restrizioni, molestie, discriminazioni e violenza, oltre a ostacoli pratici come la mancanza di esperienza lavorativa, capacità di impiego e istruzione.

Il lavoro di Fatima nel segno dell’emancipazione delle giovani donne

Il lavoro per Fatima non è solo una straordinaria opportunità, ma anche uno strumento di indipendenza ed emancipazione: con i soldi guadagnati grazie a questa attività, Fatima aiuta a sostenere la sua famiglia e può permettersi di andare al College: si è infatti iscritta a all’Università di Herat e ora studia giornalismo.

Ma la sua emancipazione apre le porte anche a quella delle giovani donne del suo Paese e traccia per loro un nuovo cammino di speranza: Fatima insegna inglese a 41 ragazze in una scuola per rifugiati, fa da tutor ai suoi nipotini e paga alcune delle loro tasse scolastiche, pagando ciò che serve loro per studiare. Il suo sogno è quello di aprire una scuola per formare guide turistiche. Una scuola destinata a ragazzi e ragazze, ma, come lei dichiara “prima le ragazze”, perché ci sono meno opportunità di lavoro per le donne. E dice fiera di sé, con una frase forte che suona come una meravigliosa promessa:

Sono la prima donna in Afghanistan a guidare la gente, ma non voglio essere l’ultima.

Come riporta il sito dell’agenzia presso cui Fatima lavora, Untamed Borders, questa è ben più di una storia personale, ma una vera missione di cui la giovane donna si vuole fare portavoce per aprire nuove strade alle sue coetanee e segnare i primi passi di un cambiamento culturale destinato a fiorire:

Pensavo che l’Afghanistan non fosse un posto sicuro per una donna come guida turistica ma ho capito che devo essere io a creare questo posto sicuro per altre donne.

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