Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno riguardato alcuni esponenti italiani della scena rap e trap, Fedez ha parlato di come la cultura gangsta influenzi i giovani in una puntata del suo podcast Muschio Selvaggio. Alla presenza degli ospiti Gigi D’Alessio e Luché, il rapper ha dichiarato:

Se nella scena rap dai per scontato che questo faccia parte del gioco, ci metto la mano qui sopra che entro un anno ci scappa il morto, lo dico da due anni che ci scappa il morto. Dobbiamo arrivare a questo?

E, sul caso Shiva, recentemente arrestato con l’accusa di omicidio, Fedez si scaglia contro la scena rap che ha preso le sue difese: “Dire che sei nelle grinfie dello Stato, vittimizzarlo quasi, non è eccessivo?”, si chiede il cantante. “Dire mi dispiace che il mio amico sia in galera ci sta! Ma leggendo i commenti del pubblico si ha la sensazione che sia passato quasi per vittima, questa cosa non è un po’ pericolosa?

Poi, i due ospiti hanno parlato del dissing, pratica della cultura hip-hop di criticare o insultare, nei propri pezzi, altri rapper. “Tutto quest’odio e questa negatività alla fine non fanno altro che intrattenere il pubblico, ma fa male agli artisti”, ha detto Luché. “Non serve né umanamente, né a livello di business! Non mi serve più quella negatività”.

Ironico il commento di Gigi D’Alessio: “Io non vedo l’ora di fare un dissing!”, seguito da una riflessione più seria su come raccontare, nei propri pezzi, la realtà quotidiana di quartieri difficili: “Un conto è raccontarla, un conto è inneggiarla, sono due storie completamente diverse. Io vivo nel mio quartiere in cui si ammazza la gente e poi invece dico: ‘com’è bello stare in questo quartiere in cui si ammazza la gente’. Sono due cose completamente diverse!”.

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