“Ne parliamo quando sarà inferma e si piscerà addosso, mentre lui sarà un uomo ancora giovane e con esigenze sessuali”.

La volgarità del commento cade sul tavolo, quasi inosservato, in un dopo pranzo di chiacchiere tra persone che si conoscono appena, mentre la compagna di colui che ci ha regalato questa sintesi metafisica delle vita e dell’amore illustra la sua personale filosofia delle relazioni umane:

Io lui tutto sommato lo capisco. Se proprio devi fare il toy-boy di una vecchia piena di soldi, lei è ancora una bella donna almeno.

Lui è Carlo di Francesco, 40 anni, musicista e professore di Amici, lei Fiorella Mannoia, meravigliosa interprete e donna fatta, senza contraddizione, di dolcezza e determinazione, che di anni ne ha 66, 26 anni più di lui.

In 12 anni di relazione poche foto pubbliche insieme, più di una rubata su qualche spiaggia estiva, e poi ecco che, a fine febbraio 2018 arriva un selfie sui social di lei:

Saluti da New York.❤️

Un post condiviso da Fiorella Mannoia (@fiorellamannoia) in data:

Sebbene la storia tra i due fosse ormai nota a molti, non è un caso se più persone non fossero minimamente a conoscenza del fatto che Fiorella e Carlo avessero una relazione decennale.

Le cose preziose si proteggono: nessuno di noi potrebbe sopportare di vedere ciò che più amiamo calpestato e sciupato dalla volgarità della gente quando diventa massa informe e giudicante. Non Fiorella e Carlo, che hanno tenuto la loro cosa bella lontana dai riflettori.

Quest’amore, infatti, la cantante l’ha raccontato per la prima volta solo nel febbraio 2017, in un’intervista a Vanity Fair:

Siamo aperti, non chiusi. Per questo non ci stanchiamo. Ognuno è libero di aderire alle proprie passioni. Non sei mai solo e infelice, quando ne hai.

In quell’occasione disse anche:

Giocare sempre. La vecchiaia è faccenda di corpo, di muscoli. Per il resto è un’invenzione. La vecchiaia non esiste.

Un anno dopo, la foto che li ritrae e rimbalza sui giornali.
Ci sono centinaia di commenti sui social che, chi con livore e scherno, chi quasi educatamente, suggeriscono concetti molto simili a quelli osceni riportati sopra.

Millenni di poesie d’amore, miliardi di ore di analisi, tragedie greche immortali, foreste intere diventate libri e fatture di psicologi, nastri di canzoni consumati e bagnati di lacrime, trilioni di bambini nati, giuramenti “fin che morte non ci separi”, per scoprire, dopo la pubblicazione di una foto sui social che, a sentire molti, l’amore non esiste.

E, se esiste, è un’equazione in cui la somma di due persone, se interviene la variabile che lei è molto più vecchia di lui, dà come risultato matematico un interesse.
Quello di lei che, mica scema, si è fatta il toy boy. Quello di lui che, mica scemo, si è assicurato la gallina dalle uova d’oro.

Vorrei solo sapere se coloro che possono affermare con certezza che la relazione tra Fiorella Mannoia e Carlo Di Francesco non è amore, non conoscano, come tutti noi, altre storie.

Non conoscono, per caso, queste persone, storie di persone con amori non scandalosi e perbene, con un’età “adeguata” ai loro standard, perfette in potenza, con sorrisi e dichiarazioni social da sogno,  finite poco dopo per noia, tradimenti o passata infatuazione?

Non hanno assistito a giuramenti d’amore già infranti prima di essere pronunciati o a coppie definite “perfette” scoppiare dopo anni, tra lo stupore di chi dice “non l’avrei mai detto: stavano così bene insieme”?
Non hanno per caso mai sentito di relazioni di facciata, mantenute in piedi dall’amore di uno solo dei due o da entrambi, per convenienza, sensi di colpa o il presunto bene dei figli?

Queste persone non conoscono infine storie d’amore felici, alcune tradizionali, altri sui generis, totalmente diverse dalle proprie e da quelle di chiunque altro, ma ostinatamente insieme?

Se l’amore fosse qualcosa da dimostrare al mondo – e non lo è – Fiorella e Carlo non devono certo presentare il conto a nessuno.
Semmai è il mondo – e noi tutti – a dover imparare che l’amore se ne frega dei nostri giudizi, di convenzioni, perbenismi e canoni imposti e che ogni storia d’amore è sacra.

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