Tempi duri per la Gibson, storica azienda americana produttrice di chitarre, vero e proprio simbolo del rock made in USA fondata nel lontano 1902 ma che ora rischia di scomparire.  

Ancora non si può parlare di chiusura definitiva, ma ora che ha dichiarato il fallimento la Gibson dovrà dare riorganizzare profondamente la sua struttura produttiva. Il noto brand potrà continuare a produrre chitarre elettriche e componenti audio per professionisti del suono, ma con qualche riserva.

Per ottenere il fallimento, l’azienda ha fatto ricorso al Chapter 11 della legge fallimentare statunitense per evitare la bancarotta e ottenere agevolazioni per pagare i debiti.

Nel frattempo il famosissimo marchio dovrà smantellare la divisione che si occupa della produzione di casse, cuffie e altri accessori. Il controllo della società passerà invece in mano ai debitori, che rileveranno le quote azionarie di Henry Juszkiewicz, che ha acquistato la Gibson nel 1986 e attualmente è azionario per il 39%.

La situazione finanziaria della società vede un debito pari ad almeno 150 milioni di dollari, ma che potrebbero arrivare addirittura a 500 secondo quanto riportano Bloomberg e la Cnn. E pensare che solo nel 2014 la stessa Gibson acquistò la divisione audio di Philips. Un investimento che evidentemente non ha portato i frutti sperati.

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