Non ha tregua Haiti. La forza della natura si accanisce sulla popolazione già piegata dai conflitti civili e l’emergenza sanitaria cresce. Dopo il potente terremoto del 14 agosto 2021 è in arrivo la tempesta tropicale Grace che fa temere alluvioni e frane, oltre a ostacolare le operazioni di soccorso in atto da quando la terra ha tremato causando almeno 1.419 morti e 6.900 feriti. 

Una terra devastata da guerriglie interne e dagli sfollamenti causati dalle calamità naturali che in questi anni hanno incrementato una crisi umanitaria senza precedenti: nel 2021 più di 4 milioni di haitiani, il 60 per cento dei quali donne e ragazze, hanno avuto bisogno di assistenza. Nel 2020, i casi di violenza di genere sono aumentati del 377 per cento con 6.500 casi di violenza sessuale registrati. Altissimo ovviamente anche il rischio di infezioni a trasmissione sessuale, compresa l’HIV/AIDS

Le catene di approvvigionamento sono state interrotte, i numerosi blocchi stradali hanno portato a carenze di cibo e  di forniture mediche. Le donne restano le più colpite, vittime sia della criminalità sia della pandemia ancora in corso, e ora anche del disastro post terremoto. La dott.ssa Marie Deschamps, assistente e direttrice dell’istituto medico GHESKIO, in un’intervista su ReliefWeb, ha dichiarato:

“Le vittime (le donne ndr) sono rinchiuse nelle loro case o in rifugi temporanei e non possono chiedere aiuto. Un altro punto debole è la mancanza di supporto legale per coloro che ci dicono di essere state violentate”.

L’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) che ha personale impiegato nei campi per sfollati interni all’Isola, ha dato assistenza nei primi cinque mesi del 2021 a 1.347 sopravvissute a violenze sessuali. Inoltre, 130mila persone comprese quelle con disabilità hanno ricevuto servizi sulla pianificazione familiare e la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili. 

Donne e bambini sono vittime indirette della violenza urbana: ad Haiti la mortalità materna è di 527 donne decedute ogni 100mila bambini nati vivi (in Italia questa percentuale è 2 su 100mila), il tasso più alto di tutta l’area caraibica e dell’America Centrale e del Sud, più alto anche rispetto alla media dei paesi africani. La crisi economica e politica del paese, si legge sul sito di Medici Senza Frontiere, ha completamente smantellato il sistema sanitario e le donne che vanno in ospedale per partorire non trovano farmaci, personale specializzato o devono pagare.

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