"Il ciclo è ancora un lusso!": la nuova legge aumenta l'IVA sugli assorbenti

Nella nuova legge di Bilancio appena approvata, le mestruazioni tornano a essere un lusso tassato al 10%, così come svariati prodotti per l'infanzia: latte, preparazioni alimentari, pannolini e anche i seggiolini da installare in auto.

Dopo solo un anno da quella piccola vittoria che aveva visto abbassare l’IVA sugli assorbenti al 5%, ora il Governo ci ripensa e fa marcia indietro. Nella nuova legge di Bilancio appena approvata, infatti, le mestruazioni tornano a essere un lusso tassato al 10%: l’esecutivo di Giorgia Meloni, lo stesso che aveva approvato la riduzione nel 2023, ha deciso che il taglio dell’IVA dello scorso anno non era stato utile, motivo per cui ora fa dietrofront.

Ma non si tratta solo di assorbenti: nella manovra torna a salire l’aliquota anche per svariati prodotti per l’infanzia, come latte, preparazioni alimentari, pannolini e anche i seggiolini da installare in auto (qui l’IVA sarà al 22%). Insomma, un approccio in netto contrasto con quella parte politica, di cui la maggioranza fa parte, che vorrebbe promuovere la natalità e agevolare le famiglie.

Dure le critiche da parte dell’opposizione, ma anche dalle associazioni dei consumatori come il Codacons che ha fatto una stima su quanto questa manovra inciderà sul portafoglio di donne e famiglie. Se per gli assorbenti si parla di una media di spesa in più di 6 euro l’anno (molto dipende da quanti tamponi si acquistano), la cifra sale notevolmente per il latte in polvere (+ 112 euro) e pannolini ( +96 euro).

A tuonare contro il ritorno dell’Iva al 10% sugli assorbenti femminili ci sono anche la Coop e il collettivo Onde Rosa, che lamentano “Un passo indietro che discrimina le donne e pregiudica una vittoria già conseguita appena un anno fa”. Queste due realtà, in una nota, fanno anche sapere che riparte la mobilitazione su Change.org – con lo slogan ‘Il ciclo è ANCORA un lusso!‘: questa volta  l’obiettivo è raggiungere 1 milione di firme, quasi 300mila in più rispetto alle 683.000 di un anno fa.

Inoltre, la Coop ha deciso di dimostrare al Governo che l’IVA al 5% è possibile: sugli scaffali dei supermercati della catena, infatti, nelle proprie linee di assorbenti ha inglobato l’aumento dell’aliquota nel prezzo fino a fine aprile 2024 con l’obiettivo di non farlo pesare sulle consumatrici. “Riavviamo la mobilitazione e dimostriamo con l’azione sui nostri prodotti che abbassare l’Iva è possibile e necessario e che, se si tratta, come è stato detto, di un’azione inefficace perché da solo l’abbassamento non ha fatto diminuire i prezzi allora si ha a che fare con speculazioni che devono essere controllate e se del caso punite, ma non cancellando i giusti provvedimenti presi”, ha dichiarato Maura Latini, Presidente Coop Italia.

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