Omiciidio Sarah Scazzi, Michele Misseri è tornato libero: "Sono io il colpevole"

L'uomo continua a sostenere di essere il responsabile del delitto della nipote, morta il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto). A scontare la pena all'ergastolo sono la zia della vittima, Cosima, e la cugina Sabrina.

Oggi, domenica 11 febbraio 2023, si è conclusa la detenzione nella casa circondariale di Lecce di Michele Misseri, che ha scontato la condanna a otto anni di carcere per avere gettato il corpo senza vita della nipote Sarah Scazzi, uccisa ad Avetrana (Taranto) a soli 15 anni il 26 agosto 2010. Secondo la sentenza, ormai passata in giudicato, a uccidere la ragazza sarebbero state la donna con cui è sposato, Cosima Serrano, e sua figlia Sabrina.

L’uomo, oggi 69 anni, era detenuto dal 2017, ma ha potuto godere di circa un anno di anticipo beneficiando della riduzione della pena per buona condotta, e della norma “svuotacarceri“.

Michele Misseri, però, continua a professarsi colpevole, per questo ritiene non sia giusto che lui ora possa essere libero, mentre ci sono due persone a lui care a scontare una pena all’ergastolo pur essendo innocenti: “Io non volevo uscire perché non è giusto, sono io il colpevole. Questa colpa mi fa stare male – ha detto in un’intervista a La StampaPenso continuamente a cosa ho fatto a quell’angelo biondo. Ma anche a mia moglie e mia figlia che non hanno fatto nulla a Sarah, le volevano bene. Sono io il colpevole, se non fossi stato io Sarah sarebbe ancora viva, sorridente tra noi”.

La confessione che tempo fa lui aveva fatto non corrisponderebbe quindi alla verità dei fatti: “Mi hanno portato a dire cose che non volevo perché sono ignorante e mi hanno fatto passare da innocente ma non sono fesso e continuerò questa battaglia fino a che avrò vita. Spero ancora che qualcuno invece mi creda, che ci sia qualcuno che abbia almeno un dubbio su come siano andate veramente le cose. Sono io il colpevole e devo stare in carcere”.

Al fianco del contadino c’era il suo legale Luca La Terza, che lo ha accompagnato nell’abitazione di via Deledda, dove è avvenuto l’omicidio. Non è escluso lui possa presto ricevere un avviso orale da parte del questore di Taranto volto a invitarlo ad avere una condotta conforme alla legge.

L’amministrazione cittadina non nasconde però il timore di un’eccessiva attenzione mediatica nei confronti della zona. Nel periodo successivo all’omicidio, infatti, non erano poche le persone che si presentavano davanti all’abitazione addirittura per scattarsi una foto. Proprio per evitare che questo possa succedere è stato disposto dal giorno precedente il divieto di sosta e di transito veicolare in via Deledda e nelle vie limitrofe, al fine “di scongiurare ingorghi” dovuti – si legge nell’ordinanza – ai presumibili inusitati incrementi di flussi veicolari conseguenti alla ripercussione mediatica degli ultimi giorni” .

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