"Omosessuale sono io": le nuove scuse di Morgan sono problematiche da tutti i punti di vista

Dopo lo scivolone omofobo a Selinunte Morgan chiede scusa in poesia. Ma le sue parole sono, se possibile, ancor più problematiche delle precedenti.

Le scuse di Morgan dopo l’invettiva contro il pubblico durante il concerto a Selinunte hanno tutta l’aria della classica toppa che è peggio del buco.

Siete stupidi, la società è una m*rda – aveva detto l’ex leader dei Bluvertigo a uno spettatore “reo” di averlo rimproverato di essere fuori tema rispetto alla serata, dedicata a Franco Battiato – Ho dei sentimenti, co***one. Non sono un personaggio, andate a vedere Marracash, Fedez… Fr*cio di m*rda“.

Sui social si è scatenato inevitabilmente un polverone dopo l’ennesimo scivolone del cantante, con gli utenti che hanno chiesto a gran voce anche la sua destituzione dal ruolo di giudice nel talent X Factor.

A distanza di un giorno le prime scuse, arrivate tramite storia Instagram: “Tutti possiamo sbagliare e io ho sbagliato a usare una infelice espressione che a me per primo non piace, non vado fiero di averla usata e, se potete, accettate le mie scuse. Non sono omofobo e condanno chi non ha rispetto per gli altri, al di là delle categorie a cui ci sentiamo di appartenere, è all’essere umano che si deve rispetto e, quindi, la mia reazione di ieri sera è stata ingiustificabile, una pessima caduta di cui mi scuso sinceramente“.

Poi le nuove giustificazioni, stavolta a mezzo gruppi WhatsApp sotto forma di poesia, di cui riportiamo degli estratti:

Per i detrattori

Mi sembrate tutti matti
cosi cattivi e così violenti
ma soprattutto privi di sentimenti ma come si fa ad essere cosi deficienti
da partecipare a linciaggi di massa?
Cose da medievali.
Vogliamo affermare i diritti omosessuali diventando poi dittatori come i maiali nella fattoria degli animali?
Essere al pari e sentirci uguali a quelli diversi da noi, perché non lo siamo già?
Mi chiedo che senso ha professare la parità la libertà di essere maschi e somigliare alle donne
e viceversa? Non è strano o immorale.
[…] Se esiste chi seriamente è convinto
che io possa, anche per un solo istante,
non essere innamorato e a favore dell’essere umano
gentile e speciale, individuo del tutto morale ma che troppo spesso subisce
l’abuso sociale e viene ferito nel cuore
da chi non lo riesce a capire e lo esclude, lo vessa, lo umilia e lo tratta male,
ossia l’individuo omosessuale,
se esiste chi pensa che io possa anche per un solo istante
non essere a suo favore,
costui è una persona in torto, perché non ha colto
che omosessuale sono io, e non sono in grado di omofobia
perché sono filantropo, e perché sono gentile,
e perché ho un cuore che è intelligente che sa provare molti sentimenti
e se quando una persona cattiva mi insulta,
perché non accetta che io sia da rispettare e mi chiama pagliaccio anziché artista
io per reazione e difesa lo chiamo fro*io [non censurato nell’originale ndr.] non per offendere gay,
ma perché è lui che non merita di essere chiamato omosessuale,
l’omofobo è lui e offende la società che si impegna per conquistare i diritti sessuali ancora mancanti.

Queste nuove scuse, tuttavia, sono ancor più problematiche: e non per il fatto che Morgan si professi omosessuale, cosa che peraltro aveva già dichiarato nel 2001 (spiegando tuttavia a Francesca Fagnani, a Belve, di non aver mai avuto rapporti omosessuali) e che, in ogni caso, attiene all’autodeterminazione personale.

Ciò che non va, nella poesia-scusa del cantautore, è il fatto che abbia assunto lo stereotipo dell’omosessuale come essere “gentile”, come se le persone omosessuali non possano essere altro che quello, e l’aver ribadito l’insulto fro*io, “non per offendere gay, ma perché è lui che non merita di essere chiamato omosessuale”, ignorando, peraltro, le istanze di una comunità che rivendica il termine, finendo con l’insultare di nuovo, con il pretesto di chiedere scusa.

Usare il termine fro*io come offesa, in più come offesa generica (dato che era in risposta a un insulto che nulla aveva a che fare con gli orientamenti sessuali delle due persone coinvolte), è un atteggiamento omofobo, a prescindere dalle arzigogolate motivazioni che poi si possono trovare per giustificarsi. Mai si sognerebbe di insultare qualcuno dandogli appellativi (educati o meno) che si riferiscono alla sue eterosessualità. Perché allora lo si fa con l’omosessualità?

La situazione, insomma, non è migliorata e, come spesso accade in questi casi, forse limitarsi alle scuse sarebbe stata la miglior soluzione.

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