L’ossitocina, spesso considerato “l’ormone dell’abbraccio“, potrebbe in realtà non avere un forte legame con la sfera affettiva. Questo secondo alcuni ricercatori che hanno approfondito lo studio di questo ormone e dei suoi effetti. I risultati sono stati pubblicati di recente sulla rivista Neuron.

Legata ai piaceri del romanticismo, dell’orgasmo, della filantropia e altro ancora, l’ossitocina è stata a lungo legata all’affetto e all’amore. Alcuni scienziati e scrittori avevano addirittura asserito che spruzzarne una certa quantità nelle narici umane poteva infondere compassione e generosità. Una credenza “sposata” anche dai venditori online, che hanno commercializzato intrugli a base di ossitocina di ogni tipo.

Uno studio condotto su alcuni animali – le arvicole – ha però posto (probabilmente) fine a questa definizione ormai radicata (e romanzata) di questo ormone. Le arvicole della prateria allevate senza recettori per l’ossitocina hanno mostrato infatti gli stessi comportamenti monogami di accoppiamento, attaccamento e genitorialità delle arvicole “normali”, secondo i ricercatori.

“Anche se l’ossitocina è stata considerata a lungo la ‘Pozione d’amore’, questo studio ci dice che l’ossitocina è probabilmente solo una parte di un programma genetico molto più complesso”, ha detto il co-ricercatore Devanand Manoli, uno psichiatra dell’Università della California, Weill Institute for Neurosciences di San Francisco.

“Non c’era distinzione tra i due campioni di arvicole”, ha detto Manoli in un comunicato stampa dell’università. “I principali tratti comportamentali che si pensava dipendessero dall’ossitocina – partner sessuali che si stringono insieme e rifiutano altri potenziali partner – sembrano persistere anche in assenza dell’ossitocina”.

Le arvicole della prateria sono tra i pochi mammiferi noti per formare relazioni monogame per tutta la vita, quindi sono state una scelta naturale per i ricercatori che esaminano la biologia del legame sociale. Il fatto curioso è che gli studi condotti negli anni ’90 hanno dimostrato che i farmaci che bloccano l’ossitocina hanno lasciato le arvicole incapaci di accoppiarsi. Proprio per questo l’ossitocina si è guadagnata la reputazione di ‘ormone dell’amore’.

L’ossitocina è stata considerata essenziale per la produzione del latte materno per molti decenni, hanno detto i ricercatori. Tuttavia, la metà delle femmine di arvicole private dell’ossitocina è stata in grado di allattare e svezzare i propri cuccioli con successo, segno che l’ormone svolge un ruolo meno vitale di quanto si sia sempre pensato.

“Questo capovolge le credenze sul legame tra l’allattamento e l’ossitocina”, ha detto nel comunicato il co-ricercatore Nirao Shah, un neurobiologo della Stanford Medicine. Questo studio suggerisce che è troppo semplice pensare che un singolo fattore come l’ossitocina possa essere interamente responsabile dell’attaccamento sociale.

“Questi comportamenti sono troppo importanti per la sopravvivenza per dipendere solo ed esclusivamente dell’ossitocina”, ha detto Manoli. “Probabilmente ci sono altri percorsi o altri cablaggi genetici che regolano il comportamento. La segnalazione del recettore dell’ossitocina potrebbe essere una parte di questo ‘programma’, ma non è l’essenza di tutto”.

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