Perizia psichiatrica su Alessia Pifferi, la madre della bimba morta di stenti a Milano

La Corte d'Assise ha concesso una perizia psichiatrica per Alessia Pifferi, accusata di aver ucciso la figlia di 18 mesi, morta di stenti dopo che la madre l'ha lasciata da sola a casa per 6 giorni.

La Corte d’Assise ha disposto la perizia psichiatrica per Alessia Pifferi, la 37enne accusata di aver causato la morte della figlia Diana, di 18 mesi, dopo averla lasciata sola nella loro casa di Milano per 6 giorni, mentre lei era in vacanza col compagno.

Il presidente della Corte d’Assise ha ritenuto che sia necessario verificare “la sussistenza della capacità di intendere e di volere della donna al momento del fatto nonché l’eventuale pericolosità sociale”.

La 37enne è accusata di omicidio volontario aggravato per il decesso della figlia di 18 mesi, che ha abbandonato per quasi una settimana a luglio 2022, per poi ritrovarla senza vita, in stato di disidratazione. La donna si è difesa spiegando che aveva lasciato sola Diana altre volte e che anche quella volta credeva “che il latte le bastasse”, spiegando che aveva lasciato alla figlia i suoi giochi, il latte e il té.

I pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro e la madre e la sorella di Alessia Pifferi, costituitesi parti civili e assistite dall’avvocato Emanuele De Mitri, si sono detti contrari alla perizia psichiatrica. L’udienza per il conferimento dell’incarico al perito si terrà il 13 novembre.

Per la Procura Alessia Pifferi non presenta problemi mentali, ma è caratterizzata da “un atteggiamento scellerato” ed era “consapevole” di quello che sarebbe accaduto alla piccola se l’avesse lasciata da sola per così tanto tempo. Viviana Pifferi, la sorella dell’imputata, inoltre, l’ha definita una persona “scaltra” capace solo di dire bugie.

Per la difesa, invece, per i suoi consulenti e per l’équipe psicologica del carcere di San Vittore, la donna presenterebbe un ritardo mentale e il quoziente intellettivo di una “bimba di sette anni”.

“Non ci sto a essere preso in giro”, ha detto il pm Francesco De Tommasi, che chiedeva di respingere l’istanza di perizia. “Un quoziente intellettivo di 40 vuol dire che nella scorsa udienza lei non sarebbe stata in grado di dire nulla”, ha sostenuto, aggiungendo invece che la donna, nell’esame davanti ai giudici, avesse dato “risposte chiare e dichiarazioni sconcertanti”, oltre a essere stata proprio lei a dichiararsi “consapevole” di ciò che ha fatto.

Se la perizia psichiatrica dovesse accertare che Alessia Pifferi era del tutto incapace di intendere e di volere la donna verrebbe assolta per vizio di mente e collocata, se verrà ritenuta socialmente pericolosa, in una struttura apposita per essere sorvegliata. In caso di vizio solo parziale i giudici opteranno, invece, per una riduzione di pena.

Se, d’altro canto, venisse riconosciuta capace di intendere dalla perizia psichiatrica, Alessia Pifferi rischierebbe una condanna all’ergastolo.

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