Perché in Russia, a causa della guerra, molti uomini stanno decidendo di cambiare sesso

Dal 2018 al 2022 si è passati dalle 300 alle 2700 richieste di cambio sesso da parte degli uomini russi, con il picco un mese dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Per questo la Duma vuol correre ai ripari.

Dal 24 febbraio 2022 la Russia è impegnata in una sanguinosa guerra con l’Ucraina, che secondo i dati – ufficiosi, perché avere dati ufficiali è praticamente impossibile – in poco più di un anno sarebbe costata la vita a 350 mila soldati e a circa 20 mila civili su entrambi i fronti.

A causa del conflitto molti uomini russi sono stati richiamati alle armi già dalla metà del 2022, con quella “mobilitazione parziale” voluta da Putin che ha visto l’impiego, in primis, dei riservisti, e se la prima idea per sfuggire al fronte era stata quella di partire dalla Russia in gran fretta, centinaia di uomini hanno preso una decisione del tutto diversa, ricorrendo al cambio sesso.

Che la guerra c’entri con la straordinaria impennata di richieste per il cambio di sesso avuta nel 2022 è piuttosto facile da intuire: basti pensare che nel 2018 ci sono state solo trecento richieste di questo genere, diventate 2700 l’anno passato, con un’impennata nel mese successivo all’invasione ucraina da parte della Russia.

Il nesso è talmente evidente che il ministro della Giustizia, Konstantin Chuychenko, ha deciso di “correre ai ripari”, con un giro di vite legislativo che ha inasprito le norme per procedere con l’iter per il cambio sesso.

Benché la Russia sia tutt’altro che orientata al gay-friendly, infatti, il cambio di sesso nel Paese è stato legalizzato con la legge del 15 novembre 1997; legge che oggi Chuychenko intende cambiare, in senso ovviamente restrittivo, per arginare l’ondata di richieste.

Al momento, in Russia è sufficiente presentare un certificato medico per dichiarare di aver cambiato sesso, senza la necessità di sottoporsi a interventi chirurgici, ed è proprio questo l’aspetto su cui la Duma, l’assemblea rappresentativa, sarà chiamata a esprimersi il prossimo 15 maggio, votando per la legge che potrebbe imporre il passaggio in sala operatoria, oltre alle già presenti terapie ormonali.

L’obiettivo è dichiaratamente quello di impedire alle persone di cambiare sesso solo modificando i documenti e quindi, più specificamente, di “marcare visita”, usando il cambio sesso come un escamotage per non essere richiamati al fronte.

Sia il ministero della Giustizia che i parlamentari della Duma sospettano che le transizioni siano aumentate in concomitanza con la guerra – ha affermato Nina Ostanina, capo del comitato della Duma per la famiglia, le donne e i bambini, a KommersantSembra che molti di coloro che non hanno avuto il tempo di fuggire in Georgia e Kazakistan si siano precipitati in cliniche private per chiedere aiuto, e questa non è una lacuna nella legislazione, ma una lacuna nell’educazione di un’intera generazione”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, che ha spiegato: “Il servizio costa da 30mila a 60mila rubli [circa 700 euro, ndr.], si riceve un certificato e con questo certificato si va all’anagrafe, all’ufficio passaporti per cambiare cognome, nome, patronimico. Questi cittadini – ha aggiunto Volodin – possono sposarsi legalmente e, Dio non voglia, adottare un figlio“.

Attualmente, una volta ottenuto il certificato di “transizione di genere”, che ha validità di un anno, possono essere modificati i documenti personali, e si può già accedere alla Hrt, la terapia di sostituzione ormonale, facendosi anche cancellare da ogni lista per la coscrizione militare, obbligatoria o eccezionale che sia. Proprio per questo il principale movimento LGBT del Paese, Coming out, ha invitato le persone a cambiare sesso il più rapidamente possibile, prima che la nuova legge complichi le cose o le renda completamente impraticabili.

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