Saman Abbas, 18 anni, è stata uccisa dai genitori perché si opponeva a un matrimonio combinato, la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. Ora il padre, condannato all’ergastolo insieme alla moglie, parla in aula per la prima volta e definisce la figlia “una bugiarda”.

Il padre Shabbar Abbas, presente in aula, e la madre Nazia Shaheen, latitante da 31 mesi, sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio di Saman Abbas. Per lo zio, Danish Hasnain, sono stati decisi 14 anni di carcere, mentre sono stati assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq, dei quali è stata ordinata l’immediata liberazione.

In aula Shabbar Abbas ha parlato per la prima volta di sua figlia, definendola una ragazza “forte e intelligente”, ma anche “bugiarda”, come riportato dalla stampa.  Il padre ha descritto Saman Abbas come una ragazza viziata, che diceva bugie: “Diceva che studiava, ma stava su Skype”, ha detto, per poi assicurare di essere innocente, perché sua figlia era “mio sangue, mio cuore”.

Non solo bugiarda: l’uomo ha anche accusato la figlia di essere una ladra. “Si era portata via 8mila euro, e l’oro regalato dalla famiglia di Akmal”, ha raccontato l’uomo.

Definendosi innocente, ha ribadito poi con una frase glaciale che, se l’avesse uccisa, “comunque l’avrei uccisa in Pakistan, non qui”.

Parlando della testimonianza di suo figlio, che ha raccontato in aula dei maltrattamenti del padre verso di lui e Saman Abbas, ha negato di aver mai picchiato i suoi figli: “Signori giudici, nella mia vita non ho mai picchiato nessuno”, ha detto, parlando di tante “falsità” dette in aula e dai giornalisti.

Poi Abbas ha ceduto alle lacrime, ma non per il pensiero di sua figlia o per quello che è accaduto, piuttosto per la disperazione di fronte all’ergastolo che lo aspetta. “In carcere la vita non è bella”, ha singhiozzato Shabbar Abbas.

L’uomo ha ribadito che sua figlia era una “viziata” che lo costringeva a portarla a scuola in auto perché non voleva prendere il treno, che scappava di casa, e che lui è sempre stato povero e che faceva sacrifici solo per la sua famiglia. Abbas ha anche ricordato le ultime parole di sua figlia: “Io voglio andare via”.

Via da un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan, che Shabbar Abbas ha negato: “Non è vero. Lei era contenta di sposare il cugino”, ha insistito il padre, assicurando che il parente era solo 4 anni più grande di Saman Abbas e che aveva terreno, una casa e avrebbe assicurato a sua figlia una bella vita.

Saman Abbas era però innamorata del fidanzato, Saqib. E forse è stata proprio quell’ultima frase di Saman Abbas, il suo desiderio di andarsene, che ha fatto capire ai genitori e allo zio che la 18enne non avrebbe mai cambiato idea e non avrebbe mai accettato il matrimonio combinato.

Per questo, i genitori l’hanno uccisa aiutati dallo zio. Tutti e tre sono stati condannati per omicidio: ai genitori è stata confermata l’aggravante del legame parentale, mentre lo zio è stato condannato per omicidio, ma senza aggravanti, e per soppressione di cadavere.

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