Per la prima volta Elena Santarelli parla della malattia del figlio Giacomo di 9 anni. E lo fa parlando con Silvia Toffanin a “Verissimo” (come riporta il comunicato stampa diramato da Mediaset) nella puntata in onda su Canale 5 sabato 26 maggio:

Il 30 novembre 2017 ci hanno dato la diagnosi, all’inizio eravamo increduli. È la prova più difficile della mia vita. Non mi sono mai chiesta perché questa cosa sia successa proprio a me, l’ho accettata e ho fatto entrare il dolore dentro una parte di me. Sto soffrendo ma mi rimbocco le maniche, faccio quello che devo fare e vado avanti. Siamo una famiglia normale con un problema da risolvere.

Poi con coraggio e grande emozione aggiunge:

Ormai in casa siamo in sei: io, Bernardo, Giacomo, Greta, il cagnolino Neve e il tumore. Che c’è e lo affrontiamo. È una battaglia che si può assolutamente vincere, ne sono convinta. Le cure di Giacomo non sono ancora terminate ma siamo tutti superpositivi perché stanno andando nel verso in cui dovrebbero andare. Molti definirebbero questa condizione una disgrazia, per me invece non lo è: è un’opportunità di fare questo passaggio della vita, a cui evidentemente eravamo destinati, e magari trarne anche dei benefici.

Il bimbo sa tutto: non gli hanno mai nascosto nulla. Queste le parole della showgirl:

La psicologa mi ha detto di cercare di essere positiva, perché se il bambino vede la mamma allegra lo sarà anche lui. Il linguaggio usato con Giacomo è un linguaggio chiaro: il problema si chiama tumore. Ci hanno consigliato di non nascondere la verità e di non lasciare irrisolte le sue domande. Non ho mai trattato mio figlio come un malato e mi piace dirlo alle mamme che ci guardano da casa e che magari stanno vivendo una situazione simile alla nostra. Il racconto della malattia è stato graduale: siamo partiti da una versione più leggera per arrivare poi a  una più dettagliata sempre con un linguaggio adeguato a un bambino di quasi 9 anni.

Sulla scelta di condividere la notizia via social spiega:

Sono ancora convinta che sia stata la scelta migliore – tralasciando lo sciacallaggio di alcuni siti che non mi ha fatto sicuramente bene – perché volevo dare un messaggio positivo. Avevano iniziato a chiamarmi alcune testate giornalistiche perché la notizia iniziava a girare e quindi prima o poi sarebbe uscita, così ho deciso di scriverla io con le mie parole, semplici e di getto. Poi, dai social mi è arrivato molto amore. Tante mamme che vivono la stessa mia situazione mi hanno scritto e dato coraggio. L’ho fatto anche per far passare un messaggio di aiuto alla ricerca: se le chemio di oggi non sono come quelle di 10 anni fa è solo perché la ricerca è riuscita a fare passi da gigante. Mi sono arrivati anche messaggi che non ho accettato, ci sono state persone che mi hanno detto di curare mio figlio con le erbe o con medicine alternative. Gli ingredienti per curare il tumore sono quattro: la chemioterapia, la radioterapia, l’allegria della famiglia e la positività della mamma e del bambino.

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