Brindare bevendo dalle scarpe: la storia dello ‘shoey’ che piace a vip e sportivi

Molto diffuso in Australia e apprezzato da vari vip, lo shoey è un modo di celebrare un successo o di augurarsi qualcosa di positivo davvero originale, in cui si deve brindare... Bevendo dalla propria scarpa.

C’è chi potrebbe trovarlo anti-igienico, ma lo shoey ha una lunga tradizione in Australia, che ha finito con l’essere esportata anche oltre i confini del Paese. Parliamo dell’usanza di bere, per festeggiare un evento positivo o per augurarsi qualcosa, direttamente dalla propria scarpa, usata a mo’ di boccale.

Non propriamente la cosa più igienica del mondo, in effetti, eppure il trend, le cui origini risalirebbero addirittura al Medioevo, pare essere apprezzato da molti sportivi, cantanti e artisti.

Anche l’attore Hugh Grant, durante un’ospitata al Tonight Show di Jimmy Fallon, ha festeggiato gli ottimi risultati di Paddington 2 con uno shoey, così come i rapper Post Malone o Machine Gun Kelly sono soliti fare durante le date australiane dei propri tour. C’è però anche chi ha gentilmente rifiutato di partecipare al tradizionale e insolito brindisi, come il cantante Harry Styles, che, invitato a fare uno shoey durante un concerto a Brisbane nel 2018, ha declinato definendola una cosa “disgustosa”; lo ha fatto anche la cantautrice australiana Kacey Musgraves, vincitrice di sei premi Grammy, spiegando che avrebbe potuto avere il piede d’atleta o un qualsiasi altro problema ai piedi.

Fra i fan più accaniti dello shoey figurano i piloti di Formula 1 Daniel Ricciardo e di MotoGP Jack Miller, entrambi australiani, che hanno contribuito a far uscire l’usanza anche dai confini, tanto che persino Valentino Rossi ha festeggiato in questo modo il secondo posto ottenuto nel Gran Premio di Misano Adriatico nel 2016.

La storia dello shoey

Che si apprezzi o meno la tradizione, lo shoey è comunque fra le cose più curiose di cui si possa aver mai sentito parlare, e la sua storia è lunga e, a suo modo, gloriosa. I fondatori del brand australiano Mad Hueys, legato al mondo di pesca e surf, dicono di praticarlo fin dalla fine degli anni Novanta, ma l’usanza si è consolidata nel Paese attorno al 2010, con i concerti punk e hardcore dei Luca Brasi, band della Tasmania che fa punk melodico. Il suo frontman, Tyler Richardson, l’ha definita al New York Times “Una cosa divertente”, che in breve tempo è diventata il loro marchio di fabbrica ed è stata imitata anche da altri gruppi.

Lo shoey è stato anche al centro di un incidente diplomatico quando, nel 2016, nove australiani conosciuti con il nome di Budgie Nine sono stati arrestati nel corso del Gran Premio della Malesia – Paese a maggioranza musulmana – per essersi spogliati fino a restare in costume da bagno e per aver bevuto birra dalle proprie scarpe.

Circa le origini dello shoey, va detto che le ipotesi sono diverse: secondo qualcuno la tradizione è stata importata dai soldati britannici dopo la prima guerra mondiale, circolando in università e club privati come sfida o punizione. Per altri invece bisogna ricollegarsi a un’usanza del XIX secolo, quella in cui i soldati tedeschi bevevano dallo stivale di un commilitone come rito di iniziazione, oppure da quello del proprio generale dopo una vittoria in battaglia.

C’è anche chi sostiene che lo shoey, o un suo antenato, risalga addirittura al Medioevo, epoca in cui le scarpe erano viste come simbolo di agio e benessere, e quindi usarle per bere avrebbe rappresentato un segnale di buon auspicio; infine, l’ultima teoria, risalente alla prima metà del XX secolo, vuole che si bevesse dalle scarpette femminili. Tutto sarebbe nato nel 1902, quando una prostituta di un bordello di Chicago versò per sbaglio dello champagne sulla propria scarpa, che venne raccolta da un uomo che si trovava nel locale assieme ad alcuni conoscenti del principe Enrico di Prussia. L’uomo avrebbe bevuto dalla scarpa per non far bagnare il piede della donna, e tutto l’entourage di Enrico di Prussia avrebbe poi fatto lo stesso.

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