La Procura di Palmi, Reggio Calabria, ha disposto l’arresto di 4 ragazzi con l’accusa di violenza sessuale aggravata per gli stupri di gruppo perpetrati per mesi su due ragazze minorenni.

Emanuele Crescenti, procuratore di Palmi, ha detto questa mattina ai cronisti nella questura di Reggio Calabria, dopo la conclusione dell’operazione, che sono riusciti a risalire ai colpevoli grazie alle “intercettazioni in corso per altre ipotesi di reato, e dalle quali sono emersi questi fatti raccapriccianti. Abbiamo seguito in diretta le organizzazioni delle violenze”.

Tre giovani sono finiti in carcere mentre il quarto si trova al momento agli arresti domiciliari. Oggi una delle due vittime è maggiorenne e dalla Calabria si è trasferita in Germania. Gli investigatori pensano che potrebbero esserci anche più vittime.

Secondo quanto ricostruito gli aggressori hanno costretto le due giovani, con vessazioni psicologiche, a sottostare ai loro desideri sessuali. “Una delle due minorenni è stata coinvolta in misura maggiore, sottoposta a violenza psicologica di gruppo da parte del branco, che aveva le stimmate della criminalità organizzata”, ha sottolineato Crescenti. “Si tratta di fatti di violenza inaudita e abbiamo il sospetto che il gruppo degli indagati avrebbe potuto rivolgersi altrove”.

Gli stupri, secondo l’accusa, sarebbero andati avanti per mesi, almeno dal gennaio scorso, se non da prima, come hanno detto le autorità alla stampa. Le vittime sono due minorenni della media borghesia di Reggio Calabria, mentre gli stupratori hanno affiliazioni con la criminalità. Uno dei 4 arrestati era l’ex fidanzato di una delle vittime.

Il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti e il pm Letterio De Domenico hanno detto alla stampa che gli arresti sono stati effettuati nelle province di Treviso, Varese e Monza Brianza, dove risiedono due degli arrestati.

La polizia ha effettuato una maxi operazione e gli indagati sono saliti a 16, di cui 4 minori. Dopo aver sequestrato telefonini, pc e tablet gli agenti hanno dichiarato che i filmati degli stupri potrebbero essere finiti sul web. Non solo abusi sessuali, ma anche violenze psicologiche che avrebbero impedito alle ragazze di denunciare.

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