Il celebre Red Light District o De Wallen, il quartiere a luci rosse di Amsterdam, sta per cambiare: una nuova proposta sta per essere approvata in settimana dalle autorità municipali, che obbligherà così le sex workers della zona a tirare le tende sulle vetrine in cui espongono sé stesse seminude per attirare i passanti.

Per vedere o prenotare una visita all’interno degli edifici i clienti dovranno scannerizzare un codice a barre sul cellulare, un po’ come si fa per leggere i menù di certi ristoranti e bar in epoca post-Covid.

Come riporta la stampa, secondo il Partito Liberale olandese il sesso è diventato un'”attrazione turistica“, che ha portato a comportamenti “degradanti e indesiderabili” nei confronti delle centinaia di lavoratrici del sesso, da parte di turisti ubriachi che spesso importunano e mettono a rischio queste ultime. Un comportamento, secondo il partito, che “non contribuisce a migliorare la posizione delle donne nell’era MeToo“.

Molte persone, infatti, soprattutto turisti, si aggirano nel quartiere a luci rosse solo per ubriacarsi, essere molesti, fare schiamazzi e importunare le donne più che per prenotare effettivamente un appuntamento all’interno con le sex workers.

Le stesse sex workers, però, hanno affermato che le nuove misure le renderanno meno sicure in quanto non saranno in grado di vedere chi le ha prenotate fino all’arrivo effettivo del cliente.

Questa proposta rappresenta quello che è di fatto il primo passo per chiudere o trasferire la zona della prostituzione, che ad Amsterdam è legale, così come l’uso e il commercio di marijuana nei famosi coffee-shop olandesi.

Il comune di Amsterdam è intervenuto già da tempo per limitare il disordine e il disturbo alle lavoratrici nel quartiere a luci rosse, come riporta il Post, chiudendo alcune strade nelle ore notturne per consentirne la pulizia, alzando le tasse per i turisti e riducendo il numero di esercizi commerciali. Dal 2020, inoltre, il comune ha anche vietato i tour guidati.

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