Nella piccola città mineraria di Hazard, nel Kentucky, le probabilità che i cittadini muoiano prima di aver raggiunto l’età della vecchiaia sono tristemente alte. La causa principale? La dipendenza dalla droga.

Sebbene la città abbia una popolazione di appena 5.000 abitanti, almeno 20 persone hanno perso la vita per questo motivo negli ultimi anni.

James Colwell, un ex eroinomane di 33 anni, pulito da otto anni e che ora lavora presso il centro di recupero di Rebound, afferma che il bilancio dei morti continua a crescere. La dipendenza da eroina è in realtà meno comune di quanto lo fosse in passato, dice, anche grazie alla proliferazione dei trattamenti. Il problema è che “tutti fanno uso di metanfetamine. E stanno mettendo il fentanil nelle pillole.” Il giorno dopo, dice, andrà al funerale di un’ex infermiera di mezza età morta dopo aver assunto accidentalmente il fentanil, un potente oppiaceo sintetico.

Nel 2019 Hazard e l’area circostante, la contea di Perry, erano al sesto posto tra le 3.142 contee americane in termini di mortalità in base all’età. Gli oppiacei sono la causa principale. Circa 25 anni fa hanno iniziato a diffondersi, dal momento che i medici li raccomandavano agli ex minatori per trattare i dolori cronici.

Ma non è solo la droga a causare problemi alla cittadina. Anche gli attacchi cardiaci si verificano con una certa frequenza, così come gli incidenti stradali. Molti, infatti, si rifiutano di indossare le cinture di sicurezza mentre guidano sui vari sentieri di montagna.

Come se non bastasse, recentemente la contea di Perry è stata duramente colpita da un’alluvione che ha innescato una serie di frane. Le armi da fuoco, inoltre, sono estremamente diffuse in questa zona, e contribuiscono a innalzare il tasso di mortalità. Nel 2019, l’aspettativa di vita di un abitante della contea di Perry si aggirava sui 69 anni, rispetto alla media nazionale di 79 anni.

Hazard è lo specchio fedele di cosa sta avvenendo negli USA in questo periodo. Come dichiarato dall’Economist (le cui parole sono state riportate sull’Internazionale) nel corso degli ultimi anni, gli Stati Uniti sono cresciuti enormemente dal punto di vista economico rispetto ad altri Paesi industrializzati. Eppure l’aspettativa di vita nel Paese è estremamente bassa, tanto da occupare l’ultimo posto in una lista di 18 Stati ad alto reddito (secondo uno studio portato avanti da Jessica Ho, dell’università della Southern California. Ma dopo la pandemia l’aspettativa di vita si è ulteriormente ridotta di 2,5 anni). Negli anni Ottanta la situazione era molto diversa e la durata media della vita di una persona non era molto dissimile da quella degli altri Paesi industrializzati.

Ad aggravare la situazione – oltre alla droga e alla violenza – è l’obesità dilagante e l’alimentazione errata. Approssimativamente l’11% della popolazione statunitense è affetta da diabete. Inoltre, due su cinque adulti americani risultano clinicamente obesi, un tasso doppio rispetto alla media dei Paesi dell’OCSE, di cui fanno parte molti Paesi ricchi.

Barbara Ramp, che ha sofferto per la morte del figlio Alec, morto di overdose di eroina a vent’anni, ha usato parole dure per descrivere la situazione: “Negli Stati Uniti la mentalità è quella dell’uomo che se la cava da sé. Ma non tutti riescono a farlo”.

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