Lo amiamo, ma in un futuro non troppo lontano potremmo non averlo più. Parliamo del cioccolato, che potrebbe letteralmente sparire entro il 2050.

Colpa del riscaldamento globale, che ha portato il cacao e rischio estinzione; questo, almeno, è quanto sostengono i ricercatori del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) che nel 2016 hanno pubblicato una ricerca dimostrando che il continuo aumento delle temperature potrebbe portare proprio all’estinzione del cacao e, di conseguenza, del cioccolato.

Il cacao, infatti, cresce meglio negli ambienti a 20° a Nord o a Sud dell’Equatore, dove le condizioni meteo sono perfette per permettere alla pianta di prosperare: temperature regolari, umidità e piogge abbondanti, suolo ricco di azoto e ventilazione ideale. Tutte condizioni che, però, sono a rischio cambiamento.

In particolare, nei Paesi principali produttori di cacao, il Ghana e la Costa d’Avorio, le temperature aumenteranno nei prossimi anni tanto da rendere sempre più complicata la lavorazione del suolo, fino ad arrivare a una riduzione delle aree coltivabili dell’89,5%. Ma a mettere a repentaglio la sopravvivenza del cacao anche l’enorme richiesta.

Niente allarmismi, però: fermo restando che il vero obiettivo sarebbe scongiurare il riscaldamento globale – ahinoi difficilmente realizzabile – per salvaguardare il cioccolato sarebbe prima di tutto importante cominciare a selezionare le tipologie di cacao più resistenti e in grado di adattarsi alle temperature nuove che si prevedono; in secondo luogo, si potrebbe cominciare a pensare ad aree alternative in cui coltivare le piante di cacao.

Allo stesso tempo, c’è anche un lato positivo: proprio come avviene per l’olio di palma, anche diminuire le colture di cacao in quei Paesi che abbiamo citato permetterebbe al terreno di tornare a respirare, e agli animali, oggi costretti a fuggire, di riappropriarsi del proprio territorio.

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