Alfie Evans continua a lottare, non si arrende, nonostante i giudici inglesi abbiano deciso di staccargli le spine. Per lui non c’è più niente da fare: non si può curare e, dunque, è stato disposto lo stop alle macchine che lo tengono in vita. Intanto i genitori stanno facendo di tutto per tentare di portare il piccolo in Italia, al Bambin Gesù di Roma dopo che il Papa ha dato massima disponibilità lanciando diversi appelli. Persino il nostro Paese è intervenuto concedendo la cittadinanza italiana ad Alfie: una mobilitazione, in tutto il mondo, con tanto di tentata irruzione nell’ospedale, che – almeno fino ad ora – non è servita a nulla.

Il papà del piccolo Alfie è sempre più combattivo e determinato: vuole salvare il piccolo, magari sottoponendolo all’ultimo (disperato) trattamento in Italia. “Chiedo al Papa di venire qui per rendersi conto di cosa sta accadendo. Venga a vedere come mio figlio è ostaggio di questo ospedale, è ingiusto ciò che stiamo subendo. Grazie Italia, vi amiamo” ha detto il papa, Tom Evans, ai microfoni di Tv2000 sottolineando che “Alfie è una parte della famiglia italiana, è una parte dell’Italia”: “Noi apparteniamo all’Italia”.

E ancora:

Vi ringraziamo  per la solidarietà e il supporto ricevuti in questi giorni. Grazie. Vi amiamo. Noi non ci arrendiamo, andiamo avanti. Abbiamo conosciuto persone straordinarie. Il Papa è vicino a noi. Stiamo facendo tutto il possibile per nostro figlio, nel nome di Dio. Vi faccio vedere la foto che ha fatto questa notte mia moglie ad Alfie. Questo è quello per cui gli italiani stanno lottando, questo è quello per cui noi stiamo lottando. Noi continueremo a lottare ricevendo sempre più forza dal popolo italiano. Dal governo, dai ministri che si sono impegnati per noi. Non vi ringrazieremo mai abbastanza.

I genitori del piccolo incontreranno oggi i medici dell’ospedale per discutere del ritorno del piccolo a casa. Secondo il padre – stando a quanto scrive l’Ansa.it – il bambino continua a respirare nel terzo giorno di distacco dalla ventilazione assistita permanente, “senza deterioramento” delle sue condizioni, anche se stamane appare “un po’ debole” e non si è svegliato.

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