Nei primi anni 2000 molte popstar contribuirono a far crescere la fama degli anelli della purezza, indossati da chi prometteva di rimanere casto fino al matrimonio. Star come Miley Cyrus o i Jonas Brothers li indossavano, facendo passare il messaggio che la verginità fosse un valore assoluto per tutti e, implicitamente, che chi si discostasse da quel valore fosse da biasimare.

Questo purity ring simboleggia infatti la promessa a Dio di rimanere vergine fino al matrimonio, e il suo utilizzo si è diffuso a partire dagli anni ’90 in Arizona, in seno alla Chiesa evangelica, nel contesto di un movimento ecclesiale protestante chiamato proprio Silver Ring Thing, il cui scopo era moralizzare la vita sessuale degli adolescenti per evitare gravidanze precoci e malattie sessualmente trasmissibili. Viene generalmente portato all’anulare sinistro, come una fede, che in effetti sostituisce proprio l’anello della purezza al momento del matrimonio.

Anche ad Ashlee Simpson, cantautrice e attrice sorella della popstar Jessica, fu proposto di indossare un anello della purezza, dal padre, quando aveva appena 12 anni; ma la celebrity ha raccontato di aver rifiutato di metterlo, nel corso di un’ospitata al podcast Broad Ideas con Rachel Bilson & Olivia Allen.

Definendosi uno “spirito indipendente” sin da bambina, Simpson ha spiegato: “Vedevo come mio padre diceva, ‘Oh, non puoi parlare con questo ragazzo. Ecco il tuo anello per salvarti.’ Ha cercato di darmene uno a 12 anni e io ho detto, ‘Oh, no grazie. Non ti dirò quando farò sesso’.  nel frattempo, non l’ho mai fatto fino a quando non avevo 17 anni, ma ho sempre voluto che fosse chiaro che lui non dovesse sapere cosa io volessi fare”.

Anche sua sorella, Jessica Simpson, indossava un anello per la purezza, affermando pubblicamente di essersi astenuta dal sesso fino al matrimonio con Nick Lachey; nel 2000 la cantante di I wanna love you forever aveva anche aggiunto che la verginità fosse qualcosa in cui credeva fermamente, e come lei molte altre popstar si sono sentite come in dovere di dar conto pubblicamente della propria vita sessuale.

Ashlee Simpson ha approfittato della sua presenza nel podcast per rimarcare proprio come lei e la sorella fossero diverse, sin da bambine, spiegando anche di essersi sempre sentita “un’anima indipendente”, e affermando che “volevo fare le mie cose. Dovevano lasciarmi libera e avere quel momento, o almeno sentirmi libera di viverlo”.

La verginità non è un valore assoluto, soprattutto alla luce del fatto che spesso sia stata usata per praticare una forma di controllo sulle donne e per giudicarle; sceglierla per sé va bene, ma assurgerla a principio universale che rende “colpevole” chi se ne discosta è deleterio. Per fortuna la “moda” degli anelli della purezza sfoggiati dalle star, o quantomeno la loro pubblica esibizione, sembra essere passata. Le scelte attinenti la vita privata dovrebbero rimanere tali.

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