Non ci sarà più alcun rapporto commerciale tra il marchio Pigna e Chiara Ferragni, che risulta essere ancora indagata per truffa aggravata. L’azienda, che ha sede ad Alzano Lombardo (Bergamo), ha confermato le voci che erano state diffuse dall’ANSA attraverso un comunicato ufficiale.

La decisione è stata presa, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa, “nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi”.

Solo fino a poche settimane prima l’intenzione dei vertici sembrava essere differente, come aveva confermato l’amministratore delegato di Pigna Massimo Fagioli a Repubblica: “Collaboriamo con Chiara Ferragni da diversi anni, avendo avuto modo di apprezzarne le doti umane e imprenditoriali – erano state le sue parole – La relazione commerciale tra i due brand italiani è stata proficua e soddisfacente in tutti i mercati in cui operiamo. La storia di 185 anni di Pigna, la nostra leadership e il nostro stile aziendale ci portano a guardare verso il futuro, con l’auspicio che l’attuale non facile contesto possa essere superato”.

In virtù della partnership sottoscritta, l’azienda aveva lanciato da tempo una serie di prodotti per la scuola, tra cui astucci, matite e quaderni con il marchio di Chiara Ferragni.

Tra i primi che hanno accolto in maniera favorevole la presa di posizione c’è il Codacons, che ha fatto sapere il suo punto di vista a riguardo: “La decisione di Pigna, che fa seguito a quella di grandi aziende come Safilo e Coca Cola, è corretta perché dimostra attenzione verso i consumatori e rispetto verso gli acquirenti dei prodotti – sono le parole dell’associazione che opera a tutela dei consumatori all’AdnkronosCrediamo che nessuna azienda debba legarsi per pubblicità e sponsorizzazioni a soggetti pesantemente sanzionati per illeciti contro i consumatori, e le società debbano rescindere i contratti in essere quando si verificano scandali come quelle del pandoro Balocco, che portano a strascichi giudiziari importanti e ripercussioni sul fronte reputazionale. Attendiamo ora di sapere cosa decideranno le altre aziende che hanno rapporti commerciali con la Ferragni, e se dimostreranno analoga attenzione verso gli utenti e i consumatori”.

Pigna non è la prima società che decide di interrompere in via unilaterale i rapporti con l’influencer. La prima ad averlo fatto è stata Safilo, che aveva un accordo  i licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni degli occhiali a marchio Chiara Ferragni, e ha giustificato la scelta “a seguito di una presunta violazione di impegni contrattuali”. A questa si è aggiunta Coca Cola, che aveva un accordo per uno spot pubblicitario, che sarebbe dovuto uscire a fine gennaio 2023.

Non è tardata ad arrivare ad arrivare, a distanza di qualche ora, la replica di Fenice, la società licenziante dei marchi Chiara Ferragni, che “contesta la violazione da parte di Pigna del contratto in essere e la legittimità della unilaterale interruzione dei rapporti commerciali da parte di PIGNA”. “L’illegittimità – si legge nel comunicato – della decisione di Pigna è stata aggravata dalla scelta dell’azienda di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione del rapporto di partnership; una scelta evidentemente strumentale e contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto.  In questo contesto, Fenice si riserva di agire nelle sedi più opportune a tutela dei propri interessi”.

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