Desyrée Amato, sopravvissuta alla strage di Cisterna di Latina, ha testimoniato davanti agli inquirenti sui fatti avvenuti martedì, 13 febbraio 2024. Quel giorno il suo ex fidanzato, Christian Sodano, ha ucciso Nicoletta Zomparelli, 49 anni, e la figlia Renée Amato, 19, rispettivamente madre e sorella della testimone.

Ha sparato prima a Renée, poi a mamma. Tanti colpi, quattro mi sembra di ricordare”, ha raccontato Amato, 22 anni, agli investigatori della Squadra Mobile e del commissariato di polizia di Cisterna, come riportato da Il Messaggero. “Lo volevo lasciare, lui non voleva. Ci conoscevamo da nove mesi, più o meno. Da cinque stavamo insieme, ma negli ultimi due le cose non andavano più bene e avevo deciso di lasciarlo”.

Già dal giorno prima, davanti ai discorsi della fidanzata sulla possibilità di mettere fine alla loro storia, il giovane aveva minacciato la sua famiglia: “Faccio male a te e ai tuoi parenti. Poi mi uccido”, avrebbe detto, in base a quanto riportato da Desyrée Amato stessa. I due si erano poi rivisti martedì 13, giorno in cui la giovane aveva deciso di lasciarlo definitivamente: “Gli ho detto che gli ridavo una maglietta e un anello che mi aveva regalato, per questo quando stavamo sulla porta sono rientrata, per andare a prendere la maglietta”, racconta la donna.

Quel giorno Christian Sodano, 27 anni, maresciallo della Guardia di Finanza, aveva lasciato la pistola d’ordinanza in macchina. “Non l’aveva con sé, me ne sarei accorta”, commenta Amato, dicendo di non essersi accorta della presenza dell’arma. “Aveva indosso una maglietta e l’avrei vista. Aveva anche un giubbotto e quando l’ho preso per darglielo non l’ho sentito pesante”.

L’ho visto tornare verso la porta di casa con la pistola. Allora ho cominciato a urlare con tutto il fiato che avevo in corpo e sono scappata”. Poi, il duplice femminicidio della madre e della sorella. La giovane ha deciso quindi di chiudersi in bagno, dove l’ex l’ha poi raggiunta.

Sparami tu”, avrebbe poi detto lui, appoggiando la pistola sul letto. “A quel punto sono fuggita di nuovo, ho scavalcato la finestra, ho cercato di scappare con la Yaris ma non c’era il telecomando del cancello. Ho provato a scappare con la mia macchina, ma non c’erano le chiavi”, ha raccontato, dicendo di avere poi deciso di nascondersi nella legnaia, da dove ha sentito l’Audi del giovane andare via e da dove si è poi allontanata per chiedere aiuto a un benzinaio non distante dall’abitazione.

Sodano si è invece diretto con la sua auto a Latina da uno zio, che lo avrebbe convinto a costituirsi. Arrestato a casa dell’uomo dalle forze dell’ordine, il giovane avrebbe ammesso le sue colpe durante un lungo interrogatorio.

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