L'omicidio di Elisa Claps: il cadavere in chiesa, l'omertà, i depistaggi

La sedicenne è stata uccisa il 12 settembre del 1993, ma il suo cadavere è stato rinvenuto nella Chiesa della Santissima Trinità di Potenza soltanto 17 anni dopo. Danilo Restivo, l'uomo che l'ha assassinata, sta scontando l'ergastolo in Inghilterra.

La scuola, le amiche, la messa della domenica. La vita di Elisa Claps scorreva tranquilla, a Potenza, dove abitava con la famiglia. Almeno fino a quel 12 settembre del 1993 quando fu brutalmente uccisa da Danilo Restivo.

Quel 12 settembre era una domenica. Elisa, 16 anni, iscritta al terzo anno del liceo classico di Potenza, era uscita di casa insieme a un’amica, ma sarebbe dovuta rientrare presto per raggiungere la famiglia per un pranzo in campagna a casa dello zio. Alle 11.30 si era allontanata dalla sua compagna di scuola, Eliana, sostenendo di dover incontrare nella chiesa della Santissima Trinità Danilo Restivo, un ragazzo di qualche anno più grande che le aveva dato un appuntamento la sera prima per consegnarle un regalo.

Danilo Restivo aveva 21 anni. Da circa un anno faceva una corte serrata ad Elisa, quasi morbosa come raccontarono in seguito i genitori. E la giovane non era l’unica vittima delle sue avances. Il ragazzo aveva alle spalle diverse denunce per stalking, messe a tacere grazie agli agganci del padre, molto influente nel capoluogo lucano. Come riporta Il Giornale, in un’intervista a Chi l’ha visto? Restivo ammise di aver incontrato Elisa quel giorno in chiesa, dove si era appena conclusa la messa, ma sostenne di aver visto la ragazza allontanarsi verso la porta principale. “Io- disse- mi sono soffermato a pregare“.

Qualche ora dopo la scomparsa di Elisa Claps, Danilo Restivo si presentò al pronto soccorso dell’ospedale di Potenza per farsi medicare la mano. Ai medici che gli chiesero spiegazioni, raccontò di essersi ferito cadendo da una scalinata, mentre si trovava, senza un motivo preciso, in uno dei cantieri delle scale mobili, all’epoca in costruzione. La versione del ragazzo, però, non convinse gli inquirenti. Tuttavia depistaggi, silenzi e corruzione fecero sì che il ragazzo fosse lasciato libero. La sua vera indole, però, era destinata a uscire fuori prima o poi. Fu quello che accadde qualche anno dopo, con il suo trasferimento a Rimini.

Negli anni Restivo aveva continuato a molestare donne e a nutrire la sua parafilia, arrivando a collezionare ciocche di capelli di ogni tipo, ma non solo. In casa sua a Potenza furono rinvenute foto che lo ritraevano in posizioni oscene con donne affette da malformazioni fisiche. Nel 2000 conobbe su Internet Fiamma Marsango, una donna di quindici anni più grande di lui e residente a Bornmouth, nel Regno Unito. Si trasferì da lei e la sposò. Lì conobbe anche la vicina di casa, Heather Barnett, madre separata di due figli di 11 e 14 anni, di professione sarta. Con la scusa di realizzare tende per la camera da letto iniziò a frequentarla fino a quando non la uccise decapitandola.

Intanto, in Italia, il giovane don Wagno, appena trasferitosi a Potenza dopo la morte del precedente parroco, don Mimì, avviò dei lavori di ristrutturazione nella chiesa della Santissima Trinità. Fu così che il 17 marzo del 2010 il cadavere di Elisa Claps fu rinvenuto. Una verità celata tra le mura di una soffitta per diciassette anni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quel 12 settembre del 1993 Elisa Claps era stata spinta in soffitta da Danilo Restivo, che tentò di violentarla, strappandole i vestiti, e poi la uccise, colpendola al petto con tredici coltellate.

Il corpo, probabilmente, rimase nella chiesa con la complicità del precedente parroco, molto legato al padre di Restivo. La verità era venuta a galla ma c’erano ancora molte zone d’ombra. Nel frattempo, in Inghilterra, Danilo Restivo veniva arrestato e condotto a processo per l’omicidio di Heather Barnett. Il 30 giugno 2011 fu condannato all’ergastolo dalla Crown Court di Winchester per l’omicidio della 48enne inglese. L’8 novembre 2011, presso il Tribunale di Salerno si celebrò con rito abbreviato il processo a carico di Restivo, per l’omicidio di Elisa Claps. Essendo prescritti tutti i reati più gravi venne chiesta la condanna a trent’anni di carcere. L’uomo, oggi cinquantenne, sconta l’ergastolo in Inghilterra.

La storia di Elisa Claps è raccontata anche nel documentario Cercando Elisa, diretto da Nicola Prosatore.

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