Vi è mai capitato di usare l’espressione “È come il pozzo di san Patrizio” a indicare qualcosa in cui si investono tempo ed energie, senza mai raggiungere l’obiettivo?
Ecco, l’origine di questo modo di dire affonda in una leggenda che arriva da molto lontano, ma che ha affascinato anche il nostro Paese, quella, appunto, di san Patrizio.

Per risalire alla leggenda dobbiamo andare in Irlanda, per la precisione nell’Irlanda medievale, e in particolare nei pressi di Lough Derg – in gaelico irlandese Loch Dearg -, un lago nella contea di Donegal.

Su un isolotto c’era una grande caverna dove il patrono d’Irlanda si ritirava in preghiera, dopo che Gesù stesso gliela aveva indicata; san Patrizio, però, portava anche i fedeli più increduli in quel luogo, promettendo loro la remissione dei peccati e l’accesso al Paradiso se si fossero avventurati fino al fondo della grotta.

In questo modo la caverna divenne ben presto meta di pellegrinaggio, fino a quando Papa Alessandro VI ne impose la distruzione, assieme a quella dei manufatti costruiti nei pressi; venne aperta una seconda volta e chiusa per volere del Governo irlandese nel 1632, e infine aperta – sotto il regno di Giacomo II – e chiusa una terza volta, nel 1780.

Un pozzo di san Patrizio esiste anche in Italia, precisamente a Orvieto, in provincia di Terni; dopo il sacco di Roma e l’occupazione dei Lanzichenecchi, nel 1527, Papa Clemente VII ordinò infatti la costruzione di questo pozzo per tutelarsi; il pozzo, inoltre, garantiva anche l’acqua durante i periodi di siccità o di assedio.

 

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