Indi Gregory, avviato il distacco degli organi vitali: trasferita in hospice

La bambina, di origine inglese, ha otto mesi ed è affetta da una grave patologia genetica, l’Aciduria combinata D,L-2-idrossiglutarica, causata da alterazioni nel funzionamento dei mitocondri, le centraline energetiche delle cellule.

È stata avviata nella giornata di sabato 11 novembre 2023 la procedura per il distacco degli organi vitali di Indi Gregory, la bambina di origine inglese di otto mesi affetta da una grave patologia genetica. La Corte inglese aveva infatti rigettato l’istanza presentata dai genitori della bimba, che avevano richiesto potesse seguire una terapia all’ospedale Bambino Gesù di Roma.

La piccola è stata così trasferita in un hospice, di cui non è stato rivelato il nome per tutelare la privacy della bimba, mentre la mamma e il papà avevano almeno richiesto che potesse essere estubata a casa. A riferirlo all’Adnkronos Salute è Simone Pillon, legale che ha seguito la famiglia della bimba in Italia, nel suo tentativo di salvare la figlia.

Papa Francesco ha voluto stringersi alla famiglia di Indi Gregory, comprendendo il dolore che stanno vivendo: “Il Santo Padre si stringe alla famiglia della piccola Indi Gregory, al papà e alla mamma, prega per loro e per lei, e rivolge il suo pensiero a tutti i bambini che in queste stesse ore in tutto il mondo vivono nel dolore o rischiano la vita a causa della malattia e della guerra”. A farlo sapere il portavoce del Vaticano Matteo Bruni.

La procedura che è stata avviata prevede un processo graduale, con un ridotto supporto di ossigeno per accompagnare la piccola alla morte. A seconda di come risponderà l’organismo della bimba, lei potrebbe infatti restare in vita solo alcune ore o anche qualche giorno.

Indi Gregory per il momento è sopravvissuta all’estubazione e respira con la mascherina. Il protocollo prevede che la fornitura di ossigeno sia a tempo determinato – ha scritto in un tweet l’avvocato Simone Pillon, del team legale della famiglia Gregory -. Prevede anche la sospensione delle cure e il divieto di rianimazione in caso di crisi. Seguiamo con apprensione”. 

La vicenda della bimba sembra ricordare quanto accaduto ad Alfie Evans, morto  nel 2018 a distanza di cinque giorni da quando era stato avviato il distacco dalle macchine.

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