"Alla cortese attenzione del Capofamiglia", comunicazione shock dalla Lega a Verona

Le elezioni comunali di giugno 2022 si avvicinano e, mentre la campagna elettorale è ancora aperta, i cittadini e le cittadine della città veneta hanno ricevuto a mezzo posta un volantino del partito del Carrocio indirizzato al "Capofamiglia". Immediate le critiche da parte di molti esponenti del mondo della politica.

Le elezioni comunali di giugno 2022 si avvicinano e, mentre la campagna elettorale è ancora aperta, i cittadini e le cittadine di Verona hanno ricevuto a mezzo posta uno dei tanti volantini, questa volta della Lega Nord, con l’invito di votare il candidato sindaco Sboarina. Fini qui niente di strano, è solo una delle lettere di propaganda che i partiti inviano. Ma, a finire sotto una bufera di critiche, è stata la dicitura della busta, indirizzata “Alla cortese attenzione del Capofamiglia”.

Il primo a sollevare la polemica è stato il capogruppo del Pd, Federico Benini, e a lui sono seguiti a ruota anche i commenti di Monica Cirinnà, responsabile nazionale per i diritti, la parlamentare veronese Alessia Rotta, Alessadro Zan ed Elio Vito. “La Lega e Sboarina ancora una volta dimostrano di essere indietro di 50 anni rispetto alla storia. – spiega Benini, che aggiunge: “Fino al 1975 [anno in cui è stato riformato il diritto di famiglia, ndr.] il capofamiglia era l’uomo, al quale veniva riconosciuta giuridicamente e socialmente autorità sugli altri membri. Sperano così che sia il marito che detti la linea politica alla moglie, come se le donne non avessero capacità di intendere e di volere”.

“Secondo la Lega, a Verona il `capofamiglia decide il voto di moglie e figli/e: manifestazione evidente dell’idea di società di Sboarina & C.”, commenta Cirinnà, a cui si aggiunge la voce di Alessia Rotta: “Questa è la considerazione delle destre per le donne che, ai loro occhi, non sono esseri senzienti”. Su Twitter anche Alessandro Zan dice la sua: “Alla cortese attenzione del Capofamiglia è l’intestazione delle lettere spedite dalla Lega a Verona per le elezioni comunali del 1952. Ah no, 2022”.

In mezzo alla pioggia di critiche c’è anche chi sostiene sia solo un modo di fare polemica spicciola, provando a dire che “Capofamiglia può essere anche una donna”. Intanto la Lega Nord spiega che la responsabilità è di chi distribuisce le lettere e, come si legge sul Corriere della Sera, dichiara: “Non siamo stati noi, ma la società che si occupa della distribuzione della propaganda. E il polverone viene sollevato da una «sinistra parolaia che ancora una volta si rifugia in questioni da “azzeccagarbugli” e scatena una polemica sul nulla”.

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